Gli oppioidi nitazeni, potenti derivati sintetici spesso invisibili ai test ospedalieri, stanno causando un numero crescente seppure non marcato di intossicazioni acute in Europa. A differenza degli Stati Uniti, dove domina il fentanyl, il Vecchio Continente si trova ad affrontare una nuova minaccia sanitaria, emersa con chiarezza durante il congresso internazionale “XX Congresso Antidotes in Depth 2025 – Clinical Toxicology, Substances of Abuse and Chemical Emergencies”, della Società Italiana di Tossicologia – SITOX – tenutosi ieri e oggi all’IRCCS Maugeri di Pavia.
Oggi in Europa circolano oltre 1.050 nuove sostanze psicoattive (NPS), e la maggior parte di queste sfugge ai comuni test ospedalieri. Durante l’evento, diversi esperti hanno presentato casi clinici reali di intossicazioni da cannabinoidi semisintetici, ketamine, NPS e farmaci assunti impropriamente, dimostrando quanto le nuove droghe siano difficili da diagnosticare e richiedano interventi clinici specializzati e tempestivi. “Le nuove droghe – spiega Carlo Locatelli, past president Sitox e direttore UO Tossicologia, Centro Antiveleni e Centro Nazionale di Informazione Tossicologica, IRCCS Maugeri Pavia – arrivano prima della legge, prima della prevenzione e spesso prima della consapevolezza dei consumatori. I dati clinici che abbiamo analizzato sono allarmanti e mostrano quanto sia urgente rafforzare la tossicologia clinica sul territorio”.
Tra i casi discussi: giovani adulti ricoverati per intossicazioni gravi e ipertermia da sostanze d’abuso, effetti neurologici non prevedibili e complicazioni cliniche complesse, dovute a prodotti venduti online come “legali” o “naturali”. Gli esperti hanno sottolineato come la diffusione dei NPS rappresenti oggi una vera emergenza sanitaria, che richiede monitoraggio costante, protocolli aggiornati e formazione specialistica. “Ogni nuova sostanza che appare sul mercato – spiega il presidente Sitox, Orazio Cantoni – è una sfida immediata per la sicurezza dei cittadini. Antidotes in Depth 2025 ha confermato quanto sia cruciale la collaborazione tra scienza, sanità e istituzioni per rispondere efficacemente”.
“E’ prioritario ribadire l’importanza della rete dei centri antiveleni italiani, capaci di monitorare in tempo reale la comparsa di nuove sostanze, condividere esperienze cliniche e aggiornare protocolli terapeutici, accorciando i tempi tra diagnosi e intervento”, sottolinea Cantoni. Tra le conclusioni principali, gli esperti hanno sottolineato l’urgenza di campagne informative mirate ai giovani, aggiornamento costante dei protocolli clinici e analitici per includere le sostanze non rilevabili dai test tradizionali e rafforzamento della formazione continua di medici, farmacisti, chimici e operatori sanitari. Il congresso ha inoltre evidenziato che la tossicologia clinica deve tornare al centro della risposta sanitaria nazionale, con una rete coordinata di centri in grado di monitorare tempestivamente la diffusione delle NPS, condividere dati e esperienze e fornire indicazioni cliniche aggiornate.
In questo contesto, ricerca, sorveglianza e formazione continua si confermano strumenti fondamentali per tutelare la salute pubblica e ridurre i rischi legati alle nuove sostanze psicoattive. “Quello che stiamo osservando – conclude Locatelli – è inquietante: nuove droghe sintetiche come gli oppioidi nitazeni e i cannabinoidi semisintetici causano intossicazioni rapidissime, spesso non riconoscibili dai test standard, e possono portare all’insufficienza respiratoria o a danni neurologici permanenti in poche ore. Non è più sufficiente curare i pazienti quando arrivano in ospedale: dobbiamo anticipare i rischi, aggiornare continuamente i protocolli, formare i medici e creare sistemi di sorveglianza attiva. La tossicologia clinica non è solo un supporto, ma una linea di difesa essenziale per salvare vite”.
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