Salute 10 Settembre 2025 11:21

Sindrome dell’ovaio policistico: nessuna cura definitiva e 7 donne su 10 sono senza diagnosi

Settembre è il mese dedicato alla sensibilizzazione, occasione per fare chiarezza su sintomi, rischi e gestione di una condizione cronica che incide profondamente sulla salute femminile
Sindrome dell’ovaio policistico: nessuna cura definitiva e 7 donne su 10 sono senza diagnosi

Cicli mestruali irregolari o assenti, acne persistente, crescita eccessiva di peli sul viso e sul corpo, diradamento dei capelli e difficoltà a concepire. Sono alcuni dei campanelli d’allarme della sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), un disturbo che interessa tra il 6% e il 13% delle donne in età fertile. Nonostante la sua diffusione, circa il 70% dei casi non viene diagnosticato, come ricorda l’Organizzazione mondiale della sanità.

Non esiste una cura

“La PCOS è un disturbo cronico che di solito si manifesta già durante l’adolescenza – spiega il dottor Marco Grassi, ginecologo dell’Ospedale ‘C. e G. Mazzoni’ di Ascoli Piceno –. Non può essere curata, ma solo gestita. È caratterizzata da squilibri ormonali, eccesso di androgeni e presenza di cisti ovariche, che comportano cicli irregolari, mancanza di ovulazione e difficoltà nel concepimento”.

Le possibili cause

Le origini della PCOS restano complesse e multifattoriali: squilibri ormonali, resistenza all’insulina e sindrome metabolica, infiammazione cronica di basso grado, fattori genetici e condizioni come sovrappeso e obesità. Si tratta di elementi che possono alimentarsi a vicenda, creando una sorta di circolo vizioso che mantiene attiva la sindrome.

Come riconoscerla

I sintomi compaiono spesso con i primi cicli mestruali, ma non sempre sono immediatamente riconoscibili. La diagnosi viene formulata quando si riscontrano almeno due condizioni tra: cicli mestruali irregolari, eccesso di ormoni androgeni e ovaie policistiche all’ecografia. “Gli esami del sangue – aggiunge il dottor Grassi – aiutano a identificare alterazioni caratteristiche, come l’aumento del testosterone, dell’ormone luteinizzante, dell’insulina o dell’ormone antimulleriano, indicatore della riserva ovarica”.

Rischi collegati

La PCOS non incide solo sulla fertilità. Le donne che ne soffrono hanno un rischio maggiore di sviluppare diabete di tipo 2, ipertensione, colesterolo alto, malattie cardiovascolari e tumore dell’endometrio. Senza dimenticare l’impatto psicologico: ansia, depressione e insoddisfazione per l’immagine corporea sono frequenti compagni di questo percorso.

Gestione e trattamenti

Non esiste una cura definitiva, ma diverse strategie permettono di controllare i sintomi. “Nelle donne che non cercano una gravidanza – precisa Grassi – la terapia ormonale combinata con estrogeni e progestinici è la più utilizzata. L’associazione con antiandrogeni, come spironolattone o ciproterone acetato, contribuisce a ridurre acne e irsutismo. Un’altra opzione è rappresentata dall’inositolo, sostanza naturale utile a ripristinare l’ovulazione e a correggere i disturbi endocrino-metabolici”.

Lo stile di vita come alleato

Seguire una dieta equilibrata, fare regolare attività fisica, ridurre zuccheri e grassi poco salutari, controllare il peso e dire no a fumo e alcol sono scelte che aiutano a ridurre la comparsa dei sintomi e a mantenere l’equilibrio ormonale. “Sono piccoli passi quotidiani – conclude Grassi – che, insieme al supporto medico, possono fare la differenza nella gestione della PCOS”.

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