Nonostante i progressi nella diagnosi e nel trattamento del cancro al seno, il tumore in stadio avanzato resta una delle principali sfide. Il carcinoma mammario in fase III o IV rappresenta tra l’8 e il 22% dei casi e contribuisce in modo significativo ai decessi. Lo screening mammografico rimane lo strumento più efficace per intercettare la malattia precocemente, riducendo le probabilità di sviluppare tumori avanzati e migliorando la sopravvivenza. Ma fino a oggi, pochi studi avevano indagato quanto la partecipazione al primo invito influenzi davvero gli esiti a lungo termine.
I ricercatori del Karolinska Institutet hanno analizzato i dati di 432.775 donne residenti a Stoccolma, invitate per la prima volta allo screening mammografico tra il 1991 e il 2020, all’età di 50 anni (prima del 2005) o 40 anni (dal 2005 in poi). Attraverso il registro svedese dello screening e altri archivi nazionali, hanno monitorato per 25 anni la partecipazione agli screening successivi, l’incidenza dei tumori, le caratteristiche delle neoplasie e la mortalità. Le donne sono state divise in due gruppi: chi ha partecipato al primo invito e chi no. L’analisi ha poi confrontato gli esiti tra queste due popolazioni, usando modelli statistici per stimare il rischio di tumore avanzato e di morte.
Il 32,1% delle donne invitate al primo screening non si è presentato. Questo comportamento non è rimasto isolato: le non partecipanti hanno mostrato una minore adesione anche agli screening successivi. Nei 25 anni di follow-up, il rischio di tumore in stadio III era aumentato del 53%, mentre il rischio di tumore metastatico (stadio IV) era più che triplicato rispetto alle partecipanti. La mortalità per cancro al seno è risultata circa il 40% più alta nelle donne che non hanno aderito al primo invito, mentre l’incidenza complessiva del tumore era simile nei due gruppi. Questo significa che l’aumento della mortalità non deriva da una predisposizione genetica maggiore, ma da diagnosi ritardate.
Lo studio, pubblicato su BMJ, conferma che la prima mammografia non è un semplice esame: è una vera finestra di prevenzione. Saltarla aumenta il rischio di tumori avanzati e rende più probabile la mortalità a lungo termine. I dati sottolineano l’importanza di strategie mirate per incoraggiare tutte le donne a partecipare al primo invito, creando una reale opportunità di diagnosi precoce e interventi tempestivi.
Non partecipare al primo screening mammografico può avere conseguenze serie e durature. La promozione della partecipazione iniziale e l’adozione di interventi mirati rappresentano strumenti fondamentali per ridurre il rischio di diagnosi tardive e mortalità, confermando il ruolo centrale della diagnosi precoce nella lotta contro il tumore al seno.
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