Salute 25 Ottobre 2023 14:35

Tumore della prostata: la nuova terapia anti-androgena non compromette le funzioni sessuali

Per i pazienti colpiti da recidiva di tumore della prostata il farmaco anti-androgeno enzalutamide è più efficace della castrazione farmacologica: non deteriora la qualità della vita e non compromette le funzioni sessuali.
Tumore della prostata: la nuova terapia anti-androgena non compromette le funzioni sessuali

“Fino al 40% dei casi il carcinoma prostatico tende a ripresentarsi anche a distanza di 10 anni. Per questo la ricerca scientifica negli ultimi anni si è concentrata sull’analisi degli effetti dei farmaci innovativi da somministrare per un lungo periodo di tempo a pazienti spesso non più giovanissimi. È questo il caso del farmaco anti-androgeno enzalutamide, che agisce bloccando l’attività del testosterone. Il suo utilizzo può limitare il ricorso alla castrazione farmacologica e non compromette le funzioni sessuali”. A raccontare i benefici della terapia anti-androgena negli uomini colpiti da recidiva di tumore della prostata è Ugo Giorgi, direttore dell’Oncologia Clinica e Sperimentale dell’Irccs Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori ‘Dino Amadori’ di Meldola.

Un italiano nel team di ricerca

Il dottor Giorgi è l’unico italiano ad aver firmato lo studio Embark, sugli effetti dell’anti-androgeno enzalutamide, pubblicato su The New England Journal of Medicine. I risultati della ricerca internazionale sono stati presentati al Congresso della European Society for Medical Oncology (Esmo) in corso a Madrid. Il nuovo studio “apre prospettive estremamente interessanti nel contrasto al tumore più frequente nella popolazione maschile dei paesi occidentali”, spiega Giovanni Martinelli, direttore scientifico dell’Irccs.ì ‘Dino Amadori’. Solo in Italia, infatti, ogni anno, i nuovi casi di tumore della prostata sono più di 40.500, per un totale di 564mila pazienti.

I risultati dello studio

Lo studio ha coinvolto 1.068 uomini seguiti in 244 centri – per l’Italia l’Irccs Istituto ‘Dino Amadori’ – di 17 nazioni. I pazienti coinvolti nella ricerca presentavano una neoplasia in fase precoce, non metastatica, ormono-sensibile e avevano già subito trattamenti chirurgici o radioterapici. Con la sola somministrazione del farmaco, “la maggioranza dei pazienti è riuscita a mantenere inalterata la funzione sessuale – sottolinea De Giorgi -. Inoltre, non compromette la qualità della vita e contiene sintomi frequenti come stanchezza o disturbi urinari. Il farmaco garantisce anche benefici a lungo termine – conclude il ricercatore – in quanto ritarda o riduce la comparsa di metastasi a cinque anni dell’80% e dell’87% in combinazione”.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Airc, 60 anni di attività: tornano i ‘Giorni della ricerca’ e i Cioccolatini della solidarietà

Dalle piazze italiane ai media, fino al Quirinale, un calendario ricco di eventi per informare, sensibilizzare e raccogliere fondi a favore di oltre 5.400 ricercatori
di Redazione
Sanità

Legge Caregiver, Locatelli: “Chi ama e cura non vuole essere sostituito, ma accompagnato”

Dopo oltre 15 anni di attesa, arriva il disegno di legge che riconosce tutele, diritti e dignità a chi si prende cura ogni giorno di una persona non autosufficiente. La ministra Locatelli a San...
di Isabella Faggiano
Sanità

GIMBE: Nonostante gli aumenti, il Fondo sanitario scende al 5,9% del PIL

Aggiunti alla sanità € 2,4 miliardi nel 2026 e € 2,65 miliardi nel 2027 e nel 2028. Nel 2028 il fondo sanitario arriverà a € 145 miliardi e secondo l'analisi indipendente ...
di Redazione
Salute

L’uso prolungato di melatonina può far male al cuore

L'uso prolungato di integratori a base di melatonina  potrebbe comportare un rischio più elevato di diagnosi di insufficienza cardiaca, ricovero ospedaliero connesso e morte per qualsiasi ...
di Valentina Arcovio
Salute

Capelli bianchi: non solo un segno del tempo, ma un meccanismo di difesa contro il cancro

Secondo uno studio dell’Università di Tokyo i capelli bianchi rappresentano una risposta difensiva delle cellule staminali dei melanociti del bulbo pilifero a gravi danni al DNA
di Isabella Faggiano