Salute 11 Giugno 2025 16:12

Spondilolistesi lombare: al Gemelli intervento di frontiera con chirurga spinale

Un intervento di stabilizzazione vertebrale mininvasiva per spondilolistesi lombare con un robot chirurgo di nuova generazione è stato eseguito, per la prima volta in Italia e in Europa, dai neurochirurghi della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS
Spondilolistesi lombare: al Gemelli intervento di frontiera con chirurga spinale

Un intervento di stabilizzazione vertebrale mininvasiva per spondilolistesi lombare con un robot chirurgo di nuova generazione è stato eseguito, per la prima volta in Italia e in Europa, dai neurochirurghi della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS. L’intervento è stato condotto da Filippo Maria Polli, responsabile della UOS di Neurochirurgia Spinale del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, e rappresenta una tappa significativa nell’ambito della chirurgia robotica spinale, aprendo nuove prospettive in termini di precisione, sicurezza e personalizzazione del trattamento chirurgico.

Patologia spinale degenerativa: impatto clinico e sociale

Le patologie degenerative della colonna vertebrale rappresentano una delle principali cause di disabilità e dolore cronico nella popolazione adulta e anziana. Condizioni come la spondilolistesi lombare compromettono la mobilità, la qualità del sonno, la capacità lavorativa e l’autonomia quotidiana dei pazienti, con un impatto rilevante anche sul piano psicologico e relazionale. In questo contesto, l’evoluzione tecnologica in ambito neurochirurgico gioca un ruolo sempre più cruciale. L’integrazione di imaging avanzato, pianificazione preoperatoria tridimensionale e sistemi robotici consente di affrontare patologie complesse in modo meno invasivo e con una perfetta esecuzione dell’intervento sulla base della programmazione preoperatoria.

Tecnologia e precisione: una nuova frontiera nella chirurgia spinale mininvasiva

Per questo innovativo intervento è stato utilizzato il sistema robotico Mazor Stealth X nella sua versione più recente, dotata di un modulo innovativo per la pianificazione e l’esecuzione robotica della rimozione delle faccette articolari. Già impiegato con successo per la guida robotica al posizionamento delle viti peduncolari, è stato per la prima volta utilizzato per pianificare ed eseguire anche la fase di decompressione ossea, garantendo un allineamento completo tra il planning preoperatorio e l’atto chirurgico eseguito in sala operatoria. Questo approccio consente una maggiore accuratezza nel trattamento della compressione nervosa, favorendo condizioni ottimali per l’artrodesi e riducendo il rischio intraoperatorio.

Un’evoluzione importante per la neurochirurgia spinale

“L’adozione di questa tecnologia all’avanguardia testimonia la volontà del Policlinico Gemelli di investire in soluzioni innovative per il miglioramento continuo della qualità delle cure”, spiega Alessandro Olivi, direttore della UOC di Neurochirurgia e Direttore del Dipartimento di Neuroscienze, Organi di Senso e Torace Policlinico Gemelli, ordinario di Neurochirurgia all’Università Cattolica, campus di Roma. “La possibilità di estendere l’impiego della robotica anche alla fase decompressiva rappresenta un’evoluzione importante per la neurochirurgia spinale mininvasiva”, aggiunge.

Verso una chirurgia sempre più personalizzata e sicura

L’introduzione di questa procedura, supportata da tecnologie di navigazione e robotica integrate, segna un ulteriore avanzamento verso una chirurgia sempre più mininvasiva, precisa e personalizzata, con potenziali benefici significativi in termini di recupero funzionale e riduzione del trauma chirurgico. Il Policlinico Gemelli conferma così il proprio ruolo di riferimento nazionale e internazionale nel campo della neurochirurgia spinale avanzata.

 

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