Salute 16 Giugno 2025 16:05

Solitudine, non uccide ma fa male alla salute

Un nuovo studio smentisce il legame diretto tra solitudine e rischio di morte negli anziani in assistenza domiciliare. Ma gli esperti avvertono: "Resta una minaccia concreta per la salute mentale"
Solitudine, non uccide ma fa male alla salute

Nel 2023, il Surgeon General degli Stati Uniti, aveva paragonato i danni provocati dalla solitudine a quelli di 15 sigarette al giorno. Una similitudine oggi smentita da una nuova ricerca pubblicata sul Journal of the American Medical Directors Association. “La solitudine, almeno negli anziani in assistenza domiciliare, non sarebbe associata a un aumento del rischio di morte”, assicurano gli autori della nuova analisi.

Coinvolte oltre 380mila persone in tre Paesi

Lo studio, condotto da un team internazionale guidato da Bonaventure Egbujie e John Hirdes della School of Public Health Sciences dell’Università di Waterloo (Canada), ha coinvolto oltre 380mila persone con più di 65 anni in tre Paesi (Canada, Finlandia e Nuova Zelanda) tutte assistite a domicilio. L’analisi dei dati, raccolti tramite valutazioni standardizzate, ha restituito un risultato controintuitivo: le persone che si dichiaravano sole avevano, in media, un rischio di mortalità inferiore entro un anno rispetto ai coetanei non solitari. Una scoperta che, precisano gli autori, non va banalizzata né fraintesa.

Solitudine diffusa tra gli over 65

“La nostra analisi mostra che la solitudine, una volta isolata da altri fattori di rischio per la salute, non aumenta di per sé la probabilità di morte – spiega Egbujie -. Ma ciò non significa che possiamo permetterci di ignorarla: resta una condizione che impatta profondamente sulla qualità della vita”. Per gli autori “la solitudine va trattata come una questione di salute pubblica e di benessere psicologico, non solo come un fattore di rischio per la sopravvivenza”.

La solitudine non uccide, ma ferisce

I dati non mentono: la solitudine è estremamente diffusa tra gli over 65 in assistenza domiciliare, con una prevalenza che varia dal 15,9% in Canada al 24,4% in Nuova Zelanda. E colpisce soprattutto gli anziani in relativa buona salute, che ricevono meno supporto da familiari e amici. Un paradosso che sottolinea quanto la connessione sociale non sia sempre proporzionale al bisogno assistenziale. “La solitudine non uccide, ma ferisce. E se ferisce l’equilibrio emotivo, ferisce anche il corpo – conclude John Hirdes, autore senior dello studio -. Per questo i servizi di assistenza domiciliare devono includere anche interventi di sostegno relazionale, aiutando le persone isolate a rimanere in contatto con il mondo”.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Disabilità, il Decreto Tariffe lascia le persone senza carrozzina. FISH: “Così lo Stato abbandona i più fragili”

Dal 1° gennaio 2025 non è più garantita la sostituzione delle parti essenziali delle carrozzine elettriche e manuali. La denuncia di un cittadino in Veneto accende i riflettori su un...
Advocacy e Associazioni

Unicef: il suicidio è la quarta causa di morte negli adolescenti in 43 paesi

In occasione della Settimana Europea della Salute Mentale (19 – 25 maggio) l’Unicef sottolinea come il suicidio rappresenti la quarta causa di morte in ben 43 paesi al mondo
Advocacy e Associazioni

Giornata europea dei sibling: i fratelli protagonisti non solo per un giorno

Nel silenzio quotidiano delle case in cui si convive con la disabilità, ci sono fratelli e sorelle che imparano presto a essere forti, invisibili, resilienti. Ora, grazie a Parent Project, dive...
Sanità

Obesità, nasce la Rete italiana per contrastare la malattia

A promuovere la creazione della piattaforma permanente dedicata alla prevenzione, alla cura e all’innovazione è stata la Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso)
di I.F.