Salute 26 Febbraio 2025 12:36

Pelle, da un nuovo studio la ricetta ‘anti-invecchiamento’

I ricercatori hanno esaminato una nuova classe di ormoni e le loro proprietà anti-invecchiamento, convinti che ulteriori studi su questi ormoni potranno offrire l'opportunità di sviluppare nuovi farmaci
Pelle, da un nuovo studio la ricetta ‘anti-invecchiamento’

Da un nuovo studio pubblicato sulla rivista della Endocrine Society, l’Endocrine Reviews, arriva una prima versione di quella che potrebbe rivelarsi una vera e propria ricetta ‘anti-invecchiamento’. Secondo i ricercatori, diversi ormoni, dalla melatonina agli estrogeni, possono essere sfruttati per trattare e prevenire i segni dell’invecchiamento, come le rughe e l’incanutimento dei capelli. “La pelle è l’organo più esteso del corpo umano e subisce un invecchiamento sia intrinseco (cronologico) che estrinseco – spiegano gli autori nell’introduzione della ricerca – . Mentre l’invecchiamento cutaneo intrinseco è guidato da fattori genetici ed epigenetici, l’invecchiamento estrinseco è mediato da minacce esterne come l’irradiazione UV o questioni particolari fini, la cui somma è indicata come ‘esposoma’ – ovvero l’insieme di tutti i fattori ambientali (inquinamento e danni UV), comportamentali (dieta squilibrata e mancanza di sonno) e ormonali (stress e squilibri ormonali) -. Le manifestazioni cliniche e le alterazioni biochimiche sono diverse tra l’invecchiamento cutaneo intrinseco ed estrinseco, sebbene esistano caratteristiche sovrapponibili”, aggiungono.

Studi a confronto

“Poiché la pelle è un bersaglio importante per molti ormoni, i processi molecolari e biochimici alla base dell’invecchiamento cutaneo intrinseco ed estrinseco sono sotto stretto controllo degli assi neuroendocrini classici”, spiegano gli scienziati. Sulla base di tali premesse i ricercatori hanno esaminato gli ormoni cardine che controllano l’invecchiamento della pelle umana, concentrandosi su IGF-1, “un orchestratore chiave dell’invecchiamento cutaneo derivato dai fibroblasti, di GH, estrogeni, retinoidi e melatonina”, commentato gli studiosi. Finora, solo un numero limitato di ormoni, principalmente i retinoidi topici (retinolo e tretinoina) e gli estrogeni, tipicamente utilizzati per trattare gli effetti collaterali della menopausa, sono stati utilizzati nella pratica clinica come composti contro l’invecchiamento cutaneo. Questo studio, infatti, esamina una nuova classe di ormoni e le loro proprietà anti-invecchiamento.

Possibili agenti anti-invecchiamento

“Il nostro lavoro mette in evidenza i principali attori ormonali che orchestrano le vie dell’invecchiamento cutaneo, come la degradazione del tessuto connettivo (ovvero del collagene) che porta alle rughe, la sopravvivenza delle cellule staminali e la perdita di pigmento (che porta ai capelli grigi) – spiega l’autore principale Markus Böhm dell’Università di Münster in Germania -. Alcuni degli ormoni che abbiamo studiato hanno proprietà anti-invecchiamento e potrebbero essere utilizzati in futuro come agenti per prevenire l’invecchiamento della pelle. La pelle non è solo un bersaglio per vari ormoni che controllano le vie dell’invecchiamento cutaneo, ma è certamente il sito più grande e ricco di produzione ormonale oltre alle classiche ghiandole”, aggiunge Böhm.

Verso nuovi farmaci

I ricercatori hanno studiato gli ormoni fondamentali che regolano l’invecchiamento della pelle, tra cui il fattore di crescita insulino-simile 1, l’ormone della crescita, gli estrogeni, i retinoidi e la melatonina. La melatonina è particolarmente interessante come potenziale sostanza anti-invecchiamento cutaneo in quanto è una piccola molecola, poco costosa, ben tollerata e un antiossidante diretto e indiretto, nonché un regolatore del metabolismo mitocondriale. I ricercatori hanno anche esaminato i ruoli emergenti di altri ormoni, tra cui l’ormone α-melanocito-stimolante (responsabile della pigmentazione della pelle), l’ossitocina e gli endocannabinoidi, scoprendo che hanno effetti molto promettenti, ad esempio sui danni indotti dai raggi UV del sole, nemici della pelle. “Ulteriori ricerche su questi ormoni potrebbero offrire l’opportunità di sviluppare nuovi farmaci per il trattamento e la prevenzione dell’invecchiamento cutaneo”, conclude Böhm.

 

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