Salute 20 Dicembre 2023 17:38

Malattie infettive emergenti, il bilancio della task force Inf-Act: 500 scienziati a lavoro per un anno

Oggi, all’Istituto Superiore di Sanità è stato presentato il bilancio del primo anno di lavoro della task force Inf-Act.  Il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini: “È la ricerca che dà le risposte. E può farlo se mette in condivisione idee e risultati, esattamente quello che noi ci prefiggiamo di fare con le infrastrutture di ricerca e con i partenariati"
Malattie infettive emergenti, il bilancio della task force Inf-Act: 500 scienziati a lavoro per un anno

L’emergere in Italia di malattie infettive trasmesse da artropodi, come West Nile, Usutu virus e Dengue, e nuove abitudini di viaggio e gli stili di vita moderni, unite ai cambiamenti climatici, rendono il rischio epidemico un’ipotesi più che concreta. È il messaggio che arriva dal bilancio del primo anno di attività di Inf-Act, la Fondazione ‘One Healh basic and translational research actions addressing unmet needs on emerging infectious diseases (Inf-Act)’ coordina un progetto di partenariato esteso del ministero dell’Università e della Ricerca, sul tema delle malattie infettive emergenti, finanziato nell’ambito del Pnrr con 114,5 milioni di euro, presentato oggi a Roma all’Istituto superiore di sanità (Iss). Un anno di lavoro del consorzio Inf-Act ha coinvolto circa 500 ricercatori impegnati su 5 macro-temi di ricerca e distribuiti in 15 atenei e 9 enti di ricerca pubblici e privati e un’azienda su tutto il territorio nazionale. Un enorme gruppo di lavoro composito, pensato per rendere l’Italia un paese capace di affrontare efficacemente la sfida creata da potenziali malattie infettive emergenti.

L’importanza della ricerca

“È la ricerca che dà le risposte – commenta la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini -.  E può farlo se mette in condivisione idee e risultati, esattamente quello che noi ci prefiggiamo di fare con le infrastrutture di ricerca e con i partenariati. Una ricerca libera, che sia di tutti. Perché la ricerca non è un’isola, ma un arcipelago di donne e uomini, di idee e di soluzioni. Affinché la ricerca dia le risposte giuste, ha bisogno di fare rete – ha precisato – Rete è la parola chiave che abbiamo messo al centro di tutti i progetti del Pnrr, compreso questo partenariato che nasce proprio con l’obiettivo di mettere insieme una comunità multidisciplinare di ricercatori”.

I casi di infezioni virali trasmesse da artropodi

Nel 2023 secondo i dati dell’Iss, al sistema di sorveglianza nazionale risultano centinaia di casi di infezioni virali trasmesse da artropodi. “Alcuni di questi sono dovuti a virus endemici, come gli oltre 320 casi di West Nile (e 21 decessi) e Usutu virus trasmessi dalla zanzara comune, Culex pipiens, i 127 casi di Toscana Virus trasmessi dai flebotomi (o pappataci) e i 48 casi di infezione neuro-invasiva trasmessi dalle zecche. Altri sono dovuti a virus tropicali, come i 347 casi di Dengue, gli 8 casi di Zika Virus e i 7 casi Chikungunya – ricorda il consorzio – La maggior parte di questi sono stati contratti da viaggiatori provenienti da aree tropicali endemiche, ma nel 2023, per la prima volta (con eccezione di 11 casi nel 2020) sono stati registrati 3 focolai di trasmissione autoctona della Dengue trasmessi da Aedes albopictus (la zanzara tigre), una specie invasiva ormai radicata in Italia da oltre 30 anni: tre diversi in una sola estate”.

L’incontro all’Iss dopo un anno di lavoro

Così, a distanza di un anno dall’inaugurazione del progetto coordinato dalla Fondazione Inf-Act, i circa 500 ricercatori di tutt’Italia si sono trovati all’Iss per condividere i risultati ottenuti in questi 12 mesi e pianificare le attività dei prossimi due anni. “I risultati raggiunti, che oggi abbiamo presentato, confermano l’importanza di mettere a fattor comune le competenze trasversali presenti in Italia, che finora mancavano di un coordinamento – dice Federico Forneris, presidente della Fondazione Inf-Act -. All’interno dei nostri atenei e degli enti di ricerca sono presenti numerose eccellenze, ma per fare un salto di qualità alla ricerca è necessario far dialogare e far collaborare queste realtà. L’approccio collaborativo di Inf-Act ha permesso che le specificità di ogni settore di ricerca diventino la base per affrontare il problema delle possibili epidemie secondo un approccio One Health”, aggiunge.

Gli obiettivi di Inf-Act

Il progetto Inf-Act è stato pensato per coprire l’intera ‘filiera’ della ricerca in ambito sanitario dedicata alle possibili epidemie emergenti e riunisce 5 aree tematiche, o nodi di ricerca: patologie virali emergenti, artropodi vettori e patologie trasmesse da vettori, antimicrobico resistenza, epidemiologia, sorveglianza e modelli matematici, innovazione e nuove strategie terapeutiche.

 

 

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