Salute 13 Novembre 2023 12:23

Giornata mondiale del diabete: quella 2023 celebriamola all’insegna delle buone notizie. Ecco quali

Attenzione alle fake news, Manucci (Sid): “Non esiste alcun trattamento che possa far guarire un paziente dal diabete di tipo 2, neppure un farmaco che consenta di curare l’obesità”
Giornata mondiale del diabete: quella 2023 celebriamola all’insegna delle buone notizie. Ecco quali

In trent’anni l’incidenza del diabete di tipo 2 tra la popolazione adulta è più che triplicata, passando dal 2% degli anni ’90 ai 7 punti percentuali attuali. “Progressivo invecchiamento della popolazione, cambiamento degli stili di vita a favore di una maggiore sedentarietà e tagli alla Sanità pubblica non potranno che favorire un ulteriore incremento della diffusione del diabete di tipo 2 tra la popolazione adulta”, spiega Edoardo Manucci, Professore Associato di Endocrinologia presso il dipartimento di Scienze Biomediche, Sperimentali e Cliniche ‘Mario Serio’ all’università di Firenze e membro della SID, la Società Italiana di Diabetologia.

La prevenzione

In un’intervista a Sanità Informazione, in occasione della Giornata mondiale del Diabete, istituita nel 1991 dall’International Diabetes Federation e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Professore Manucci passa in rassegna le principali ‘buone’ e ‘cattive’ notizie su questa patologia che solo in Italia colpisce 3,5 milioni di persone, 536,6 milioni nel mondo. “La prima buona notizia è che il diabete di tipo 2 è in parte prevenibile – assicura Manucci – . La genetica ha senza dubbio un peso determinante, ma adottare degli stili di vita corretti, anche se non può evitare che un soggetto geneticamente a rischio si ammali di diabete di tipo 2, può senz’altro ritardarne l’insorgenza di diversi anni, limitando la comparsa di complicanze, tipiche delle fasi più avanzate della malattia”

Sì a pane e pasta

Tre le azioni principali da compiere affinché lo stile di vita individuale possa essere definito ‘corretto’: “Fare attività fisica, controllare il peso – riducendolo se si è sovrappeso – e mangiare in modo corretto, aderendo ai principi della dieta mediterranea”. Buone notizie per gli amanti di pane e pasta: “Che i diabetici debbano eliminarli del tutto è un falso mito da sfatare – continua lo specialista -. Anzi, mangiarli in quantità adeguate aiuta la regolazione della glicemia. Piuttosto, sarà necessario scegliere i carboidrati giusti, quelli a basso indice glicemico. Limitare il più possibile patate, riso e zucchero”.

Farmaci sempre più efficaci

La rassegna delle buone notizie non finisce qui: i farmaci a disposizione dei pazienti affetti da diabete di tipo 2 sono sempre più efficaci e con meno effetti collaterali. “Soprattutto, le terapie di ultima generazione non provocano ipoglicemie, reazione avversa tipica dei ‘vecchi’ farmaci – spiega Mannucci – ed hanno anche degli altri effetti benefici al di là della riduzione della glicemia, come la riduzione del peso corporeo e la protezione dalle malattie cardiovascolari e renali”.

Dal diabete non si guarisce

Attenzione alle false illusioni: le principali fake news ruotano soprattutto attorno alla presunta esistenza di farmaci miracolosi. “Non esiste alcun trattamento che possa far guarire un paziente dal diabete di tipo 2: tutti i medicinali che ad oggi abbiamo a disposizione ci permettono di tenerlo sotto controllo e non di eradicarlo – sottolinea Manucci -. Cosi come non esiste neppure un farmaco che consenta di curare l’obesità. I chili persi grazie ad un farmaco dimagrante verranno ripresi non appena se ne sospenderà l’assunzione”.

Il diabete di tipo 1

Infine, una buona notizie c’è anche per il diabete di tipo 1: “Potremmo avere presto a disposizione trattamenti in grado di ritardare la comparsa di diabete di tipo 1 – dice il professore -. Purtroppo per ora restano due grandi limiti: procrastinarne la comparsa non significa evitarla e identificare i pazienti potenzialmente eleggibili per questo tipo di trattamento risulta piuttosto complicato”. Per ora, l’unica vera evoluzione subentrata nelle vita dei pazienti affetti da diabete di tipo 1 è la possibilità di utilizzare tecnologie in grado di rilevare la necessità di insulina calcolandone il dosaggio necessario in tempo reale. “Si tratta di strumentazione sempre più diffusi, facili da usare e – conclude lo specialista – dai costi oggi accessibili”.

 

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