Salute 28 Aprile 2025 12:57

Demenza, rischio più che dimezzato per chi ha utilizzato le tecnologie digitali

Le nuove tecnologie allenano il pensiero computazionale, ovvero quel processo mentale che consente di risolvere problemi di varia natura seguendo metodi e strumenti specifici scelti in base a una strategia pianificata
Demenza, rischio più che dimezzato per chi ha utilizzato le tecnologie digitali

Spesso demonizzati, soprattutto se usati in tenera età o se sovrautilizzati in gioventù, ora, smartphone e tablet ricevono l’approvazione degli scienziati. La prima generazione che ha usato regolarmente internet, le email e tutte le nuove tecnologie che abbiamo a disposizione, senza saperlo, ha protetto e rafforzato le proprie capacità mentali. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Nature Human Behavior‘ mostra come i rischi di declino cognitivo, o anche di demenza vera e propria, siano risultati inferiori del 58%, rispetto alla media, tra chi negli ultimi vent’anni – ossia dall’avvento dei computer all’arrivo degli smartphone e dei social media e di altri strumenti ‘online’- ha fatto uso di strumenti digitali.

Le nuove tecnologie allenano il pensiero computazionale

La spiegazione è piuttosto semplice: chi utilizza le nuove tecnologie allena il pensiero computazionale, ovvero quel processo mentale che consente di risolvere problemi di varia natura seguendo metodi e strumenti specifici scelti in base a una strategia pianificata. La ricerca in questione è una mega-analisi che ha rivisto 136 studi in materia, relativi a 411.430 persone, ora in età matura o anziana. Il progetto, che mirava a verificare gli effetti neurologici a lunga scadenza del nuovo modo di vivere ‘online’, è stato lanciato da un gruppo di scienziati delle università del Texas e dalla Baylor.

Non è emerso alcun dato ‘ inverso’

Lo studio precisa inoltre che “non è emerso alcun dato ‘ inverso’, ovvero che associa l’uso di queste tecnologie ad una riduzione della capacità mentali o alla demenza”. Per Michael Scullin, professore di psicologia e neuro-scienze alla  Baylor University, tra gli autori della ricerca, “una coerenza simile nei dati emersi è un risultato raro nella scienza, anche considerando il fatto che nell’esame degli esiti sono stati tenuti presenti i vari fattori relativi a differenze educative, socio-economiche, di salute delle persone coinvolte”, conclude

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

 

 

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

ISS: “Proteggi il domani”, il rap fatto dai ragazzi per promuovere la vaccinazione anti-HPV

In occasione della Settimana Mondiale dell'Immunizzazione l'Istituto superiore di sanità diffonde “Proteggi il domani”, il rap per la prevenzione dell’Hpv fatto dai ragazzi pe...
Nutri e Previeni

Alimentazione, la dieta africana ‘spegne’ l’infiammazione

Allo studio hanno partecipato 77 uomini sani della Tanzania, alcuni sono passati a una dieta occidentale per due settimane, altri ad una africana tradizionale
Prevenzione

Contro le patologie respiratorie la vaccinazione è la via maestra

La vaccinazione rappresenta la strada d’elezione per prevenire e controllare le patologie virali. Le Raccomandazioni di quattro società scientifiche sulla prevenzione delle patologie resp...
Advocacy e Associazioni

Papa Francesco è tornato alla Casa del Padre: la carezza della Chiesa ai malati

Il Pontefice, dopo un lungo ricovero al Policlinico Gemelli per una polmonite bilaterale da cui era stato dimesso il 23 marzo scorso, si è spento il 21 aprile alle 7.35. Con lui se ne va un aut...