Salute 22 Aprile 2025 10:55

Anziani, individuata la firma molecolare che predice il declino fisico e cognitivo

Si aprono nuove prospettive per trattamenti che, se somministrati nel momento chiave di passaggio individuato dal test, potrebbero rallentare o addirittura invertire il processo, permettendo di invecchiare in buona salute
Anziani, individuata la firma molecolare che predice il declino fisico e cognitivo

Rallentare, se non addirittura invertire, il processo di decadenza cognitiva potrebbe essere presto realtà. Una nuova scoperta scientifica, infatti, potrebbe fornire la chiave per invecchiare in buona salute. Tutto grazie ad un semplice test del sangue in grado di individuare la firma molecolare che predice il declino fisico e cognitivo negli anziani, distinguendo i soggetti già fragili da quelli che si trovano in uno stato intermedio tra salute e fragilità. Come? Lo spiega uno studio italiano pubblicato sulla rivista Npj Aging, guidato dal laboratorio Ceinge Biotecnologie Avanzate Franco Salvatore di Napoli, dall’Università della Campania Luigi Vanvitelli e dall’Università di Pavia.

La condizione di pre-fragilità

La ricerca, alla quale hanno partecipato anche l’Università di Salerno, l’Irccs Fondazione Mondino di Pavia e l’Università  Federico II di Napoli, apre quindi nuove prospettive per trattamenti che, se somministrati nel momento chiave di passaggio individuato dal test, potrebbero rallentare o addirittura invertire il processo, permettendo di invecchiare in buona salute. In particolare, i ricercatori coordinati da Alessandro Usiello di Ceinge e Università Luigi Vanvitelli e da Enza Maria Valente di Università di Pavia e Fondazione Mondino, hanno scoperto che le persone cosiddette ‘pre-fragili’, che si trovano appunto nel momento critico di passaggio, mostrano livelli più elevati di betaina sia rispetto ai soggetti sani che a quelli fragili.

Il ruolo della betaina

La betaina è una molecola che protegge le cellule dallo stress, dalla disidratazione, dall’eccessiva salinità e dalla temperatura, e svolge un ruolo importante anche nella riduzione del rischio di malattie cardiovascolari. “La betaina contribuisce a mantenere bassi i livelli di omocisteina, che quando elevati comportano un incremento del rischio cardiovascolare – afferma Usiello -. I prossimi passi  saranno indagare i meccanismi biologici responsabili delle  variazioni emerse nello studio – aggiunge il ricercatore – e verificare se la supplementazione di betaina o di specifiche formulazioni possa rappresentare una possibile strategia  terapeutica per favorire un invecchiamento in buona salute”.

 

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