Salute 17 Marzo 2025 12:08

Alzheimer, la ‘vita sana’ riporta indietro l’orologio bioenergetico e ci difende dalla malattia

Uno dei primi segnali di allarme dell'Alzheimer è proprio la perdita della capacità delle cellule cerebrali di produrre e utilizzare l'energia in modo efficiente
Alzheimer, la ‘vita sana’ riporta indietro l’orologio bioenergetico e ci difende dalla malattia

Mantenersi in forma, o meglio ancora adottare stili di vita che ci permettono di produrre e utilizzare l’energia come farebbe una persona biologicamente più giovane di noi, potrebbe difenderci dall’Alzheimer alla stessa stregua di farmaci già sperimentati. Lo dimostra uno studio condotto dagli scienziati del Weill Cornell Medicine e pubblicato su Nature Communications. I ricercatori suggeriscono che la ‘vita sana’ è in grado di riportare indietro l’orologio bioenergetico, almeno in alcune persone. Uno dei primi segnali di allarme dell’Alzheimer è proprio la perdita della capacità delle cellule cerebrali di produrre e utilizzare l’energia in modo efficiente, ad esempio metabolizzando il glucosio (zucchero), ben prima dell’esordio dei sintomi.

I livelli di acilcarnitina sono una sentinella della malattia

Gli esperti hanno studiato un gruppo di molecole chiamate acilcarnitine, che sono associate al declino della cognizione e alla scomposizione o metabolizzazione di grassi e proteine a scopo energetico. Per verificare se alti livelli di acilcarnitina nel sangue possano predire chi è a rischio di sviluppare l’Alzheimer, i ricercatori hanno utilizzato i dati di uno studio su larga scala chiamato Alzheimer’s Disease Neuroimaging  Initiative. Ebbene è emerso che i livelli specifici di acilcarnitina nei pazienti sono predittivi di quanto sia più o meno grave la loro malattia. Ciò ha portato i ricercatori a definire un orologio bioenergetico basato sulle acilcarnitine, ovvero l’età del metabolismo di una persona rispetto all’età effettiva.

Come rallentare l’orologio bioenergetico

Un’età bioenergetica più elevata è collegata a livelli più alti di acilcarnitina, a un peggioramento della patologia di Alzheimer, al declino cognitivo e all’atrofia cerebrale. I ricercatori hanno anche scoperto che le persone con bassi livelli di acilcarnitina (e quindi bioenergeticamente più  giovani) subiscono un declino cognitivo più lento. Il beneficio è pari all’efficacia di un farmaco indicato per rallentare l’Alzheimer. Infine, gli esperti suggeriscono che per rallentare l’orologio bioenergetico di una individuale è importante avere uno stile di vita sano – per esempio, mangiare una dieta a base vegetale e fare esercizio fisico – può aiutare a mantenere bassi i livelli di acilcarnitina, il che significa un’età bioenergetica più  giovane.

 

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Prevention Talk. Vaccini: informare i genitori, perché la scienza non diventi un’opinione

Secondo appuntamento del progetto editoriale di Homnya dedicato alla prevenzione primaria. Al centro del dibattito i vaccini pediatrici e le ragioni che ancora spingono alcuni genitori ad avere timore
di Lucia Conti
Salute

Paracetamolo in gravidanza e rischio autismo: la scienza smentisce le parole di Trump

Le dichiarazioni di Donald Trump contro l’uso del paracetamolo in gravidanza hanno suscitato allarme. Ma EMA, neuropsichiatri infantili e clinici italiani ribadiscono: nessuna evidenza scientifi...
Advocacy e Associazioni

Legge obesità, le Associazioni Pazienti: “Passo storico, ma ora servono azioni concrete”

Le Associazioni di Pazienti e Coldiretti accolgono con favore l’approvazione della Legge Pella, che riconosce l’obesità come malattia cronica, ma sottolineano l’urgenza di tr...
Advocacy e Associazioni

ISS: assistenza pesa sui caregiver, 4 su 10 sviluppano una malattia cronica

Più del 40% dei caregiver riferisce di aver sviluppato malattie croniche di cui non soffrivano prima del loro lavoro di assistenza e cura. E' quanto emerge da una ricerca dell'Istituto Superior...