Contributi e Opinioni 17 Marzo 2021 15:44

Ricetta elettronica, Cisl medici Lazio: «Piattaforma regionale fa acqua da tutte le parti»

di Luciano Cifaldi, segretario generale Cisl medici Lazio e Benedetto Magliozzi, segretario generale Cisl medici Roma capitale/Rieti
di Luciano Cifaldi, Segretario generale Cisl Medici Lazio

Gentile direttore,

a gennaio la Cisl medici Lazio, volendo come sempre collaborare al miglioramento dei processi assistenziali, aveva formalmente evidenziato anche all’assessorato alla salute della regione Lazio alcune criticità relative all’obbligo di adottare esclusivamente la ricetta dematerializzata e di conseguenza abbandonare la ricetta cartacea per la prescrizione di indagini diagnostiche, analisi e farmaci.

A distanza di due mesi dalla nostra segnalazione rimasta inascoltata e priva di riscontroca va sans dire – dobbiamo ritornare sull’argomento perché la piattaforma informatica regionale sembra faccia acqua da tutte le parti. Per restare nell’attualità di luna rossa, c’è anche in questi giorni un ulteriore drammatico calo del vento e le ricette subiscono un rallentamento che porta allo stop.

Il malfunzionamento della piattaforma informatica regionale costringe i medici più sensibili, ma anche più temerari, a disattendere circolari regionali ed aziendali che impongono il divieto dei ricettari cartacei e dunque a farne ragionevolmente uso per evitare agli assistiti ogni possibile disagio derivante appunto dal mancato istantaneo rilascio della ricetta dematerializzata al termine della visita ambulatoriale. I medici più accorti specificano sul retro data e ora del rilascio della ricetta cartacea motivandone il rilascio a causa del non funzionamento della rete informatica e dunque assumendosi anche una potenziale responsabilità disciplinare a fronte dei citati editti delle Asl e delle aziende ospedaliere.

E il disagio esiste, eccome se esiste. Perdite di tempo ed aggravio di spese a carico degli assistiti stante il doversi ripresentare presso l’ospedale e/o il distretto, nel caso in cui il medico si trovasse nella necessità di invitare il paziente a ripresentarsi nelle ore o nelle giornate successive.

Ma come, si cerca causa Covid di limitare al massimo l’accesso delle persone negli ospedali e nelle strutture sanitarie e poi le si obbliga di fatto a ritornare?

Come Cisl medici Lazio avevamo chiesto, a fronte delle sempre più frequenti interruzioni giornaliere della rete informatica, urgenti chiarimenti a tutela degli assistiti e dei dirigenti medici. Mai pervenuti.

Anche in un precedente comunicato la Cisl medici scriveva «qualcuno si accorga della necessità di continuare ad avere la possibilità di prescrizione su cartaceo come alternativa emergenziale a fronte di interruzioni della rete informatica. E questo all’esclusivo scopo di non accentuare i già seri disagi a carico dei pazienti».

Ad oggi non abbiamo segnalazioni di proteste forti da parte dell’utenza ma chi di noi è in prima linea con le attività cliniche non può non notare quel misto di disagio, rassegnazione e sopita irritazione sul volto di quelle persone che si sentono dire di attendere o di ripassare.

Non abbiamo ottenuto ad oggi alcuna risposta. Ma non vorremmo che la mancata adozione di atti di competenza delle direzioni regionali ed aziendali per il ripristino di idonee condizioni organizzative finisca per determinare l’insorgenza di ulteriori disagi a carico dei malati con il rischio di conflittualità a danno dei medici.

Vogliamo invocare la sensibilità e l’ascolto da parte delle istituzioni regionali e delle direzioni aziendali e vorremmo limitarci a questa forma di denuncia sociale. Ma a volte la denuncia sociale rischia di non essere sufficiente.

 

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