È possibile avere 50 anni e un cuore di 60. O, al contrario, 45 anni e un cuore che, per rischio di eventi cardiovascolari, ne dimostra meno. A dirlo è uno studio condotto dalla Northwestern Medicine, pubblicato su JAMA Cardiology, che ha sviluppato un nuovo strumento gratuito per calcolare la “vera età del cuore”, chiamato PREVENT Risk Age Calculator . Il calcolatore usa dati sanitari di routine, come pressione arteriosa, colesterolo, fumo, diabete, funzione renale e terapie in corso, per stimare l’età biologica del cuore in relazione al rischio di malattie cardiovascolari (CVD). “Questo strumento – spiegano i ricercatori – deve essere utilizzato in consultazione con un medico”, poiché non sostituisce la valutazione clinica ma aiuta a comprendere e comunicare il rischio (per consultare il PREVENT Risk Age Calculator clicca qui)
Il PREVENT Risk Age Calculator è stato testato su 14.140 adulti statunitensi di età compresa tra 30 e 79 anni, tutti senza diagnosi pregressa di malattia cardiovascolare. Le donne coinvolte avevano un’età anagrafica media di 51,3 anni, mentre quella cardiaca è risultata di 55,4 anni. Per gli uomini è andata anche peggio: lo scarto tra l’età anagrafica media e quella cardiaca è stato di ben sette anni, ovvero 49,7 vs 56,7. Il divario aumenta tra le persone con fattori socio‑economici svantaggiati: quasi un terzo degli uomini con diploma di scuola superiore o inferiore aveva un’età cardiaca di oltre 10 anni superiore a quella reale.
Secondo lo studio, l’età cardiaca è stata calcolata applicando le equazioni PREVENT specifiche per sesso e confrontata con un profilo di rischio ottimale: colesterolo non-HDL 120 mg/dL, pressione sistolica 110 mmHg, assenza di diabete, fumo e terapie. I dati raccolti dal National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) tra il 2011 e il 2020 hanno permesso di stimare la discordanza tra età reale ed età cardiaca. Nelle donne, il 22,8% aveva un cuore di oltre 10 anni più vecchio, mentre negli uomini, la percentuale saliva al 32,5%. Questa discrepanza era maggiore negli adulti di mezza età, nei gruppi etnici minoritari e tra le persone con redditi più bassi o minore livello di istruzione.
Comunicare solo il rischio assoluto di malattie cardiovascolari può risultare poco comprensibile per i pazienti, mentre dimostrargli che il proprio cuore sta invecchiando troppo velocemente può rendere il messaggio più chiaro e indurli a prendersi seriamente cura della propria salute. Le linee guida statunitensi raccomandano la stima del rischio assoluto per guidare le terapie preventive, mentre le linee guida europee dal 2021 suggeriscono di affiancare l’età del rischio per migliorare la comunicazione e motivare i cambiamenti nello stile di vita. Lo studio dimostra che l’età cardiaca biologica può diventare uno strumento di prevenzione, utile a favorire l’aderenza a dieta, attività fisica e terapie preventive, soprattutto nei soggetti che sottovalutano il proprio rischio. “Ci auguriamo che questo nuovo calcolatore dell’età cardiaca contribuisca a sostenere il dibattito sulla prevenzione e a migliorare la salute di tutti”, concludono i ricercatori.
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