Lavoro e Professioni 25 Febbraio 2020 16:37

Coronavirus, Ordine biologi: «Non è più grave di un’influenza»

“Il coronavirus non è più grave di un’influenza. Nelle altre nazioni d’Europa non si registrano casi perché non li cercano”. Lo ha detto il presidente dell’Ordine nazionale dei biologi, Vincenzo D’Anna, ospite del programma i Lunatici di Rai Radio 2. “In Italia mancano scienziati coraggiosi – ha affermato – molti non parlano perché hanno paura di essere considerati superficiali, le brutte notizie piacciono più di quelle belle e portano titoloni sui giornali. Non possiamo sparare alle mosche con il cannone”. Secondo D’Anna “bisognerebbe parlare alla gente in maniera meno catastrofica e più pacatamente. Il panico è peggiore della malattia. E la borsa ieri ha bruciato circa quaranta miliardi di euro. Ricchezza che se ne va. È tutto fermo, tutto paralizzato, per un virus che è poco più di un virus influenzale. Iniziamo a chiamare le cose col proprio nome. Lasciamo stare la Cina. Lasciamo stare le smanie di mettere in quarantena migliaia e migliaia di persone, bisogna mettere in quarantena solo quelli per i quali esista un fondato sospetto di contagio. Ma si tratta sempre del contagio di un virus influenzale. Un virus che ha una mortalità che se vogliamo è ancora più bassa di un virus influenzale”.

D’Anna ha proseguito: “Il coronavirus non è più grave o più mortale di una influenza. I nostri stessi morti, e dispiace sempre quando una persona decede, erano ottuagenari, o persone già malate, di cancro o con malattie croniche di tipo cardiorespiratorio. Avrebbe potuto ucciderle anche un virus influenzale. Questa è la verità. Mi aspetto che gli scienziati comincino a parlare. Molti hanno paura di essere aggrediti, di essere tacciati come superficiali, perché le brutte notizie sono sempre più gradite delle buone notizie”. Il presidente dell’ordine nazionale dei biologi ha concluso:

“Diciamoci la verità, noi non abbiamo degli scienziati molto coraggiosi in Italia. Ognuno quando può si esime dal mettersi sotto i riflettori, mentre in pochi inseguono come una star la luce dei fari. Mi auguro e spero che questa frenesia finisca, che la gente si cominci a rendere conto che contrarre il coronavirus è come contrarre un virus influenzale. In Europa non ci sono molti contagiati perché molte nazioni il virus non lo cercano”.

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