Salute 12 Marzo 2025 12:42

Pemfigoide bolloso, efficacia di dupilumab. I dati dello studio ADEPT

L’anticorpo monoclonale dupilumab potrebbe presto ottenere un’indicazione terapeutica per il trattamento del pemfigoide bolloso, una malattia della cute caratterizzata da prurito intenso e vesciche, eritema e lesioni dolorose. Nello studio registrativo ADEPT il farmaco ha raggiunto tutti gli endpoint primari e secondari
Pemfigoide bolloso, efficacia di dupilumab. I dati dello studio ADEPT

In occasione del meeting annuale dell’American Academy of Dermatology (AAD) – che si è svolto dal 7 all’11 marzo a Orlando, in Florida – sono stati presentato i risultati dello studio registrativo (fase 2/3) ADEPT, che ha valutato l’uso sperimentale di dupilumab negli adulti con pemfigoide bolloso (PB) da moderato a grave. Il pemfigoide bolloso è una malattia cronica della cute, debilitante e recidivante, che presenta infiammazione di tipo 2 sottostante ed è caratterizzata da prurito intenso e vesciche, eritema e lesioni dolorose.

“Le persone che convivono con il pemfigoide bolloso sperimentano prurito incessante, vesciche e lesioni dolorose che possono essere debilitanti e rendere difficile la quotidianità – osserva Victoria Werth, Primario del Dipartimento di Dermatologia al Philadelphia Veterans Administration Hospital, Professoressa di Dermatologia e Medicina presso l’Ospedale dell’Università della Pennsylvania e il Veteran’s Administration Medical Center, e ricercatrice dello studio – Inoltre, le attuali opzioni terapeutiche possono risultare poco funzionali per una popolazione di pazienti prevalentemente anziana, poiché agiscono sopprimendo il sistema immunitario. Agendo sull’infiammazione di tipo 2, driver chiave del pemfigoide bolloso, dupilumab è il primo farmaco biologico in fase di sperimentazione a mostrare, in uno studio clinico, una remissione sostenuta e una riduzione della gravità della malattia e del prurito rispetto al placebo”.

Dupilumab è un anticorpo monoclonale interamente umano che inibisce le vie di segnalazione dell’interleuchina-4 (IL4) e dell’interleuchina-13 (IL13), sviluppato congiuntamente da Sanofi e Regeneron.

Lo studio ADEPT
Lo studio ADEPT ha raggiunto tutti gli endpoint primari e secondari, coinvolgendo pazienti adulti con pemfigoide bolloso da moderato a grave, randomizzati a ricevere dupilumab 300 mg (n=53) ogni due settimane dopo una dose iniziale di carico oppure placebo (n=53), aggiunti allo standard di trattamento a base di corticosteroidi orali (OCS). Durante il trattamento, tutti i pazienti hanno seguito un regime di riduzione dei corticosteroidi orali definito dal protocollo, a condizione che il controllo dell’attività di malattia fosse mantenuto.

La remissione sostenuta della malattia è stata definita come una remissione clinica completa, con completamento del tapering dei corticosteroidi orali, ovvero una riduzione graduale della loro somministrazione, entro la 16a settimana, senza ricadute e senza l’utilizzo di una terapia di salvataggio durante il periodo di trattamento di 36 settimane.

I risultati
Come illustrato al meeting dell’ American Academy of Dermatology, i risultati dei pazienti trattati con dupilumab a 36 settimane, rispetto a quelli trattati con placebo, sono stati i seguenti:
• il 20% ha sperimentato una remissione sostenuta della malattia, l’endpoint primario, rispetto al 4% (p=0,0114)
• il 40% ha ottenuto una riduzione ≥90% della gravità della malattia rispetto al 10% (p=0,0003)
• il 40% ha ottenuto una riduzione clinicamente significativa del prurito rispetto all’11% (p=0,0006)
• 1678 mg di riduzione dell’esposizione cumulativa ai corticosteroidi orali (p=0,0220) in media e un rischio inferiore del 54% di utilizzo di terapie di salvataggio (p=0,0016)

In questa popolazione anziana, i tassi complessivi di eventi avversi (EA) sono stati del 96% (n=51) per dupilumab e del 96% (n=51) per il placebo. Gli eventi avversi più comunemente osservati con dupilumab rispetto al placebo, comparsi in almeno 3 pazienti, hanno compreso: edema periferico (n=8 vs. n=5), artralgia (n=5 vs. n=3), mal di schiena (n=4 vs. n=2), visione offuscata (n=4 vs. n=0), ipertensione (n=4 vs. n=3), asma (n=4 vs. n=1), congiuntivite (n=4 vs. n=0), costipazione (n=4 vs. n=1), infezione del tratto respiratorio superiore (n=3 vs. n=1), lesioni agli arti (n=3 vs. n=2) e insonnia (n=3 vs. n=2). Non si sono verificati eventi avversi che hanno portato a decesso nel gruppo dupilumab, mentre 2 eventi avversi hanno portato al decesso nel gruppo placebo.

Il percorso regolatorio
A febbraio la FDA ha accettato di esaminare la richiesta di nuova indicazione per dupilumab nel trattamento del pemfigoide bolloso con priority review. La decisione dell’ente regolatorio statunitense è attesa per il 20 giugno 2025.

Dupilumab ha già ottenuto dall’FDA la designazione di farmaco orfano per il pemfigoide bolloso; si tratta di uno status che si applica ai farmaci in fase di sperimentazione destinati al trattamento di malattie rare che colpiscono meno di 200.000 persone negli Stati Uniti.

Altre richieste di autorizzazione sono in corso di esame presso tutte le agenzie regolatorie. La sicurezza e l’efficacia di dupilumab nel trattamento del pemfigoide bolloso sono attualmente in fase di studio clinico e non sono ancora state completamente valutate da nessuna autorità regolatoria.

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa estiva

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa estiva. La redazione ringrazia tutti i lettori e dà appuntamento al prossimo 25 agosto.
Sanità

Consiglio Superiore di Sanità, si è insediata la nuova squadra

La presidenza al professor Alberto Siracusano. Schillaci: "Il Consiglio Superiore di Sanità rappresenta, da sempre, un pilastro della sanità italiana e un riferimento per tutto il sistem...
Advocacy e Associazioni

Sindrome di Down, si può davvero “eliminare” il cromosoma in più?

Dopo lo studio giapponese che ha rimosso in laboratorio una copia del cromosoma 21, la Down Syndrome Task Force, CoorDown e AIPD spiegano perché non si tratta (ancora) di una cura
Advocacy e Associazioni

Malattie ultrarare, la sfida della SPG50: “L’Italia si prepara ad accogliere la prima terapia genica”

Anche l’Italia, dopo il Canada e la Spagna, si prepara ad accogliere la terapia per la SPG50, una rarissima forma di paraplegia spastica ereditaria, entro la fine dell’anno. In un’in...