“Fine dei giochi e basta scorciatoie. Vince la tutela dei medici italiani e la sicurezza dei cittadini”. E’ così che l’Ordine dei Medici di Milano annuncia che ieri il TAR della Lombardia ha accolto il suo ricorso, annullando la delibera con cui la Regione Lombardia aveva introdotto un riconoscimento semplificato delle specializzazioni mediche conseguite all’estero. Secondo i giudici amministrativi, la Regione ha ecceduto i limiti previsti dalla normativa nazionale, “estendendo illegittimamente la deroga anche ai criteri sostanziali di verifica delle competenze, e non solo alle procedure”, dice l’Ordine dei Medici di Milano. La sentenza chiarisce che l’ingresso nel sistema sanitario di medici formati all’estero deve comunque passare per controlli rigorosi e comparabili a quelli richiesti ai medici italiani.
“Le scorciatoie introdotte dalla Regione – basate su verifiche meramente documentali e sulla possibilità di sostituire percorsi formativi con anni generici di esperienza – non sono dunque compatibili con il principio costituzionale della tutela della salute (art. 32)”, sottolineano i medici lombardi. Il TAR ribadisce inoltre che nessuna Regione può costruire in autonomia un sistema alternativo di riconoscimento dei titoli senza un accordo con lo Stato centrale, come invece previsto dall’art. 15 del decreto legge 34/2023. Una seconda sentenza dello stesso TAR, relativa al ricorso promosso dalla Federazione nazionale (FNOMCeO), è perfettamente sovrapponibile nei contenuti e nelle conclusioni.
“Queste due sentenze, molto simili nelle conclusioni, riguardano la delibera lombarda sui medici con titolo di studio estero non riconosciuto”, spiega il presidente dell’Ordine dei Medici di Milano, Roberto Carlo Rossi. “Esiste una norma nazionale che proroga questa possibilità fino al 31 dicembre 2027, ma la Regione Lombardia ha anticipato i tempi, bruciando il confronto in sede di Conferenza Stato-Regioni. Ha emanato una DGR – continua – che semplifica eccessivamente le procedure, affidando ad AREU (l’Agenzia per l’Emergenza Urgenza) una valutazione sommaria dei titoli esteri, con la possibilità di assegnare poi questi professionisti alle strutture lombarde. Abbiamo presentato ricorso insieme alla Federazione nazionale, e oggi il TAR ci ha dato pienamente ragione.
“È una bellissima vittoria, perché parliamo di una materia complessa, delicata, che riguarda la tutela della professione ma anche – e soprattutto – la sicurezza dei cittadini”, sottolinea Rossi. “Alcuni titoli di studio, se non adeguatamente verificati, rischiano di essere opachi, poco controllabili, difficili da tradurre e da valutare nel merito. Se una specializzazione viene riconosciuta in modo troppo disinvolto, si crea un doppio binario inaccettabile, che mina la credibilità dell’intero sistema sanitario. Questa sentenza – continua – è un passaggio fondamentale: difende i medici italiani e riafferma un principio basilare, quello della qualità nella cura e nella formazione”. Andrea Senna, presidente Commissione Albo Odontoiatri Milano, conclude: “Un’ottima notizia anche per il mondo odontoiatrico dal momento che il problema esisteva anche nel nostro ambito”.
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