One Health 10 Dicembre 2024 08:39

Virus ‘misterioso’ in Congo, il Ministero della Salute istituisce una task-force

L’Iss ha pubblicato un aggiornamento sul suo sito web per fare il punto della situazione: "Non è possibile stabilire quanti giorni ci vorranno per completare le analisi in corso sui campioni biologici sul caso sospetto a Lucca"
Virus ‘misterioso’ in Congo, il Ministero della Salute istituisce una task-force

L’Italia è pronta ad un’attenta sorveglianza del virus misterioso che si sta diffondendo in Congo. È stata, infatti, predisposta una task-force del Ministero della Salute sulle malattie infettive che seguirà ogni sviluppo della situazione. La decisione è stata presa dopo una riunione tecnica tra Ministero e Istituto superiore di Sanità (Iss). Il team sarà composto dalla direttrice del dipartimento Mara Campitiello, Capo del Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle  emergenze sanitarie del Ministero, da alcuni rappresentanti dell’Aifa e dell’Iss. Questi esperti avranno anche il compito di segnalare alle Regioni cosa accade e di dare indicazioni laddove se ne ravvisi la necessità.

Il caso sospetto a Lucca

Nelle stesse ore, l’Iss ha pubblicato un aggiornamento sul suo sito web per fare il punto della situazione. Sulle analisi sui campioni biologici sul caso sospetto a Lucca, l’Istituto precisa che “in assenza di un’ipotesi verificata sull’origine dei casi verranno ripetuti i test già effettuati durante il ricovero e, compatibilmente con la quantità di campione ricevuto, ne verranno effettuati altri su possibili cause della malattia”.  Per il momento gli esperti dell’Iss non sono in grado di stabilire quanti giorni ci vorranno per completare le analisi in corso. Ma assicurano che l’esito verrà immediatamente comunicato al Ministero della Salute e alle autorità internazionali.

Cosa sappiamo finora sul virus misterioso

L’Iss ha raccolto le principali notizie sul virus che si sta di diffondendo in Congo: “Tra il 24 ottobre e il 5 dicembre nella zona di Panzi, nella provincia di Kwango, in Repubblica Democratica del Congo – scrivono gli esperti -, sono stati registrati 406 casi di una malattia non diagnosticata con sintomi di febbre, mal di testa, tosse, rinorrea (naso che cola) e dolori muscolari”.  Ad sono 31 le morti accertate e la maggior parte dei casi si è verificata tra i bambini con meno di cinque anni. L’area in cui si è sviluppata l’epidemia è rurale ed è situata in una zona difficilmente raggiungibile, a circa 48 ore di distanza dalla capitale Kinshasa. L’accesso è reso ulteriormente difficoltoso dalla stagione delle piogge attualmente in corso. A ciò si aggiungono scarse capacità diagnostiche e coperture vaccinali ed un limitato accesso a farmaci e dispositivi di protezione.

I livelli di rischio

Le persone colpire manifestano febbre nella maggior parte dei casi (96,5%), tosse (87,9%), affaticamento (60,9%) e naso che cola (57,8%).  “Secondo l’ultimo bollettino dell’Oms – aggiungono gli esperti Iss – il rischio di diffusione è alto per le comunità colpite. A livello nazionale il rischio è, invece, considerato moderato per la natura del focolaio che attualmente è localizzato alla zona colpita”. Tuttavia, non si esclude che l’epidemia possa espandersi alle zone limitrofe.

L’Europa

Intanto, l’Unione Europea fa sapere che “la Commissione organizzerà una riunione del comitato per la sicurezza sanitaria per coordinare qualsiasi risposta Ue necessaria non appena avranno maggiori  informazioni in merito”. Una portavoce della Commissione europea ha riferito che gli esperti Ue e dell’Ecdc sono “sul campo”  La Commissione “segue da  vicino” l’evolversi della situazione ed è “in contatto costante con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle  malattie e con l’Oms”. Per il momento a Bruxelles non risultano ancora casi in  Europa.

Il bollettino dell’Oms

L’Oms, attraverso il suo ultimo bollettino, fa sapere che sono attualmente in corso test di laboratorio per determinare la causa esatta della malattia, ma “in questa fase, è anche possibile che più di una malattia stia contribuendo ai casi e ai decessi”. L’Organizzazione sottolinea anche che “la malaria è una malattia comune in questa zona e potrebbe essere la causa o il contributo ai casi”.  Alcune malattie note potrebbero quindi aver contribuito ai  decessi dei pazienti in Congo. Fra queste sono citate “polmonite acuta, influenza, Covid-19, morbillo e malaria” come potenziali fattori con malnutrizione. L’area colpita ,infatti, ha sperimentato “un peggioramento dell’insicurezza alimentare negli ultimi mesi, ha una bassa copertura vaccinale e un accesso molto  limitato alla diagnostica e alla gestione dei casi di qualità.  C’è una mancanza di rifornimenti e mezzi di trasporto e carenza  di personale sanitario nell’area. Le misure di controllo della malaria sono molto limitate”, conclude l’Oms.

 

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