Un dispositivo innovativo sfrutta la stimolazione del nervo trigemino per aiutare le persone con perdita totale o parziale dell’olfatto a “sentire” di nuovo gli odori
Perdere l’olfatto significa perdere molto più di un senso: significa modificare il rapporto con il cibo, con l’ambiente, con le emozioni quotidiane. Colpisce circa il 20% della popolazione mondiale e può avere conseguenze importanti sulla qualità della vita. Ora, uno studio pubblicato su Science Advances e guidato da Halina Stanley dell’Université Claude Bernard Lyon apre una strada nuova e concreta: un dispositivo in grado di far “sentire” di nuovo gli odori, anche quando il sistema olfattivo tradizionale non funziona.
La tecnologia della sostituzione sensoriale
Alla base del dispositivo c’è un principio innovativo: la sostituzione sensoriale, un concetto che sfrutta un senso ancora funzionante per trasmettere informazioni a un senso difettoso. Nel caso dell’olfatto, la cavità nasale ospita due sistemi sensoriali: il sistema olfattivo e il sistema trigemino, che rileva temperatura, tatto e irritazione. Il dispositivo sviluppato dai ricercatori francesi utilizza proprio il nervo trigemino per trasmettere al cervello informazioni che il nervo olfattivo non riesce più a inviare. Il funzionamento è tanto semplice quanto geniale: un naso artificiale (e-nose) cattura le molecole odorose presenti nell’ambiente e le trasforma in un codice digitale specifico. Questo codice viene poi inviato attraverso uno stimolatore elettrico intranasale, una piccola clip magnetica posizionata sul setto nasale, che stimola il nervo trigemino. L’individuo percepisce la stimolazione come una sensazione olfattiva distinta: non annusa realmente, ma il cervello impara a collegare quella sensazione a un odore specifico, riuscendo a distinguere diversi profumi.
I risultati dei test: funzionamento efficace
Il dispositivo è stato testato su 65 persone: 13 con olfatto normale e 52 con perdita parziale o totale dell’olfatto. Tutti i partecipanti sono stati in grado di rilevare molecole odorose, e la maggior parte è riuscita a riconoscere almeno due odori distinti. I ricercatori sottolineano che il sistema ha funzionato altrettanto bene sia nei pazienti con anosmia o iposmia sia nelle persone sane. Un risultato che rappresenta un primo passo concreto verso la creazione di una protesi olfattiva, un’innovazione tecnologica che potrebbe restituire ai pazienti un senso fondamentale della vita quotidiana.
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