Nutri e Previeni 1 Aprile 2025 16:38

Vino: “Meglio un consumo moderato o zero alcol?” Le risposte della scienza

Lo studio, attualmente in fase di avvio, coinvolgerà oltre 10mila adulti di età compresa tra i 50 e i 75 anni e fornirà risposte scientificamente fondate su un tema chiave per la salute pubblica
Vino: “Meglio un consumo moderato o zero alcol?” Le risposte della scienza

Si è concluso a Roma il Congresso Internazionale Lifestyle, Diet, Wine & Health, promosso da Wine Information Council (WiC), IRVAS (Istituto per la Ricerca sul Vino e la Salute) e Wine in Moderation (WiM), che ha riunito per due giorni ricercatori ed esperti internazionali per discutere il ruolo degli stili di vita salutari, della dieta mediterranea e del consumo moderato di vino nella promozione della salute pubblica. Tra i principali protagonisti di questa seconda edizione, il Prof. Miguel A. Martínez-González, Professore di Salute Pubblica all’Università di Navarra, figura di riferimento mondiale nella ricerca epidemiologica. Il professore ha annunciato il lancio dello studio europeo UNATI (University of Navarra Alumni Trialist Initiative), finanziato dallo European Research Council (ERC): trial che per la prima volta confronterà gli effetti dell’astensione totale e del consumo moderato di vino all’interno di un modello alimentare basato sulla dieta mediterranea attraverso uno studio di intervento randomizzato e controllato. Lo studio, attualmente in fase di avvio, coinvolgerà oltre 10mila adulti di età compresa tra i 50 e i 75 anni e fornirà risposte scientificamente fondate su un tema chiave per la salute pubblica. L’obiettivo: fornire risposte chiare e scientificamente fondate a una delle domande più dibattute in ambito di salute pubblica.

Lo studio

“Si tratta del primo trial al mondo progettato per valutare scientificamente se l’eliminazione totale dell’alcol sia davvero più salutare rispetto a un consumo moderato di vino, quando inserito in uno stile alimentare mediterraneo – spiega Martínez-González –. Un regime alimentare che, integrato con stili di vita sani e attività fisica, ha dimostrato di ridurre significativamente il rischio di infarto, ictus, diabete e mortalità generale”. Anche il Prof. Luc Djoussé, Professore Associato di Medicina presso la Harvard Medical School e Associato di Nutrizione presso la Harvard T.H. Chan School of Public Health, ha contribuito significativamente ai lavori del congresso. Nel suo intervento, ha sottolineato come le malattie cardiovascolari rimangano una delle principali cause di morte e disabilità nei paesi sviluppati, nonostante i progressi nella ricerca biomedica. Ha evidenziato l’importanza di identificare strategie preventive efficaci e convenienti, sottolineando che fattori dello stile di vita modificabili, come una dieta sana, attività fisica regolare, sonno adeguato e consumo moderato di alcol (in assenza di controindicazioni) possono influenzare positivamente il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e i loro fattori di rischio associati, come il diabete di tipo 2, la dislipidemia e l’ipertensione.

La dieta green-MED

La Prof.ssa Iris Shai, dell’Università Ben-Gurion del Negev, ha portato un ulteriore contributo scientifico illustrando i risultati di studi clinici randomizzati condotti in Israele e altrove. Le sue ricerche dimostrano che modelli dietetici flessibili e ben strutturati – come la dieta mediterranea e quella “green-MED” (che prevede un maggiore apporto di polifenoli da verdure a foglia scura come Mankai e tè verde, un aumento del consumo di noci e un’assunzione minima di carne rossa) – possono favorire la perdita di peso, il miglioramento della salute cardiometabolica e la riduzione del grasso epatico (steatosi). Particolare attenzione è stata dedicata all’effetto dei polifenoli, tra cui quelli presenti nel vino rosso, come fattori bioattivi che possono modulare positivamente i meccanismi metabolici. Il Congresso ha confermato che la salute non dipende da un singolo alimento o nutriente, ma deriva dall’insieme di scelte alimentari consapevoli, stili di vita attivi e fattori culturali.

Le evidenze scientifiche per una longevità sana, attiva e personalizzata

Gli esperti hanno evidenziato come sia fondamentale adottare un approccio integrato e fondato su solide evidenze scientifiche, capace di sostenere una longevità sana, attiva e personalizzata. Con il lancio dello studio UNATI, si apre ora una nuova fase nella ricerca europea, destinata a influenzare le linee guida alimentari e a rafforzare il ruolo della dieta mediterranea come strumenti centrali di promozione della salute pubblica. “Questo congresso ha rappresentato un momento fondamentale per il dialogo tra scienza, cultura e salute pubblica – conclude il Prof. Attilio Giacosa, Presidente di IRVAS – . Siamo soddisfatti di aver contribuito a creare uno spazio di confronto rigoroso, in cui il vino è stato analizzato nel suo contesto naturale: quello della dieta mediterranea e di stili di vita equilibrati. La qualità degli interventi e la solidità delle evidenze presentate confermano la necessità di continuare a investire nella ricerca nutrizionale, superando narrazioni polarizzate e non evidence-based in favore di una valutazione scientifica, integrata e personalizzata”.

 

 

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