Salute 15 Settembre 2025 16:10

Nati prematuri, il sangue dalla placenta li protegge da gravi complicanze

Uno studio multicentrico italiano dimostra che le trasfusioni di globuli rossi da sangue placentare nei neonati estremamente prematuri riducono il rischio di retinopatia severa e di displasia broncopolmonare rispetto ai globuli rossi da donatori adulti
Nati prematuri, il sangue dalla placenta li protegge da gravi complicanze

Le trasfusioni di globuli rossi da sangue placentare nei neonati estremamente prematuri riducono il rischio di retinopatia severa e di displasia broncopolmonare rispetto ai globuli rossi da donatori adulti. Lo dimostra una ricerca multicentrica italiana, pubblicata su eClinicalMedicine (gruppo The Lancet). Lo studio si chiama BORN (Born: Cord Blood to Transfuse preterm Neonates) ed è un trial randomizzato multicentrico condotto in Italia tra dicembre 2021 e novembre 2024. I ricercatori hanno confrontato due gruppi di neonati estremamente prematuri (nati prima di 28 settimane di gestazione): a un gruppo sono stati somministrati globuli rossi da donatori adulti (A-RBCs), all’altro gruppo globuli rossi da sangue placentare (CB-RBCs). Nelle Terapie intensive neonatali coinvolte (8 ospedali in 8 regioni italiane), sono state valutate le conseguenze in termini di retinopatia del prematuro (ROP) grave, bisognosa di trattamento, e displasia broncopolmonare (BPD).

I risultati: “fare meno per fare meglio”

Tra i neonati che hanno ricevuto solo globuli rossi da sangue placentare, non si sono registrati casi di retinopatia severa, mentre tra quelli trasfusi con sangue da donatori adulti l’incidenza è stata di circa un terzo. Anche per la malattia polmonare cronica i risultati sono stati migliori: il problema si è presentato in meno di 3 neonati su 10 nel gruppo sangue placentare, contro quasi 2 su 3 nel gruppo tradizionale.

Perché il sangue placentare sembra efficace

I globuli rossi da sangue placentare hanno caratteristiche “vicine a quelle del neonato prematuro”: in particolare una maggiore presenza di emoglobina fetale (HbF), che ha una capacità inferiore di rilasciare ossigeno ai tessuti rispetto all’emoglobina adulta. Questo è importante perché un rilascio eccessivo di ossigeno può danneggiare gli organi immaturi, provocando infiammazione e stress ossidativo. Il principio è dunque che il sangue placentare può mitigare il danno da ossigeno e da infiammazione, preservando la salute degli occhi (evitando ROP grave) e dei polmoni (limitando la BPD).

Sfide, implicazioni e prospettive

“Questo è uno studio molto importante di medicina trasfusionale neonatale, i cui risultati rappresentano una svolta nella cura del neonato estremamente prematuro”, afferma il dottor Stefano Ghirardello, direttore Neonatologia e Tin del San Matteo e membro dello steering committee del trial. Tra le sfide da affrontare: la disponibilità di sangue placentare in numero sufficiente, la logistica per la raccolta, lavorazione e validazione, la collaborazione tra ostetrici, ginecologi e servizi trasfusionali. Serve, inoltre, sensibilizzare le donatrici della placenta. I risultati aprono la strada a una medicina più personalizzata, nella quale la scelta del prodotto trasfusionale può fare la differenza per la qualità della vita futura dei prematuri.

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Sanità

La tempesta estiva del NITAG: agosto 2025 tra nomine, polemiche e revoche

Quello che avrebbe dovuto essere un normale atto amministrativo, la nomina dei nuovi membri del NITAG – il Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni – si è trasformato ...
Prevenzione

Pertosse, il ritorno inatteso: cosa ci insegna l’epidemia del 2024 in Toscana

Dopo anni di silenzio durante la pandemia, la pertosse è tornata con forza. Uno studio del Meyer di Firenze pubblicato su Eurosurveillance rivela come ritardi nei richiami e scarsa adesione all...
Salute

Disturbi mentali, ne soffre oltre un miliardo di persone. Oms: “Una sfida di salute pubblica”

Lo stato dell'arte nei due nuovi rapporti diffusi oggi dall’Oms: World mental health today e Mental health atlas 2024
di I.F.