Mpox non è più classificata come emergenza sanitaria di interesse internazionale (Pheic). Lo ha annunciato il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel corso del consueto briefing con la stampa. “Più di un anno fa – ha ricordato – avevo dichiarato lo stato di emergenza, su consiglio del Comitato di emergenza riunito ai sensi del Regolamento sanitario internazionale. Da allora il Comitato si è incontrato ogni tre mesi per valutare la situazione. Nella riunione di ieri gli esperti mi hanno comunicato che, a loro avviso, la diffusione del virus non rappresenta più un’emergenza internazionale. Ho accettato questo consiglio”.
La decisione si fonda sul calo costante dei casi e dei decessi nella Repubblica Democratica del Congo e in altri Paesi colpiti, tra cui Burundi, Sierra Leone e Uganda.
“Abbiamo oggi una migliore comprensione dei fattori di trasmissione e dei rischi di gravità, mentre i sistemi sanitari dei Paesi interessati hanno rafforzato la loro capacità di risposta”, ha aggiunto Tedros. “Revocare la dichiarazione non significa che la minaccia sia cessata, né che la nostra risposta si fermerà”.
Il direttore generale ha sottolineato che i Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie (Africa Cdc) continuano a considerare Mpox un’emergenza a livello continentale. “Permane la possibilità di nuovi focolai, che richiedono sorveglianza continua e una risposta rapida. Sono indispensabili ulteriori sforzi per proteggere i più vulnerabili, in particolare i bambini piccoli e le persone che vivono con Hiv”.
Dal 2022 Oms, Africa Cdc e partner internazionali hanno lavorato insieme per ridurre la trasmissione del virus, combattere lo stigma e ampliare l’accesso a test, cure e vaccini. Finora sono stati promessi quasi 6 milioni di vaccini: oltre tre milioni consegnati a 12 Paesi e poco meno di 1 milione già somministrati. “Abbiamo fatto molti progressi – ha concluso Tedros – ma dobbiamo ancora affrontare sfide significative. I cladi di Mpox continuano a circolare; la sorveglianza e l’accesso alla diagnostica rimangono frammentati; le capacità di risposta sono messe a dura prova dai finanziamenti limitati; e il coinvolgimento della comunità richiede investimenti sostenuti. L’Oms e i partner stanno lavorando per mitigare questi rischi e sostenere i Paesi. Tuttavia, sono ancora necessarie risorse finanziarie per sostenere questo lavoro”. Le raccomandazioni permanenti su Mpox sono state prorogate di un altro anno, fino ad agosto 2026, insieme all’estensione dell’elenco di uso di emergenza per vaccini e diagnostica.