Lavoro e Professioni 7 Febbraio 2017 11:02

Come si calcola il valore del danno economico a seguito di accertata invalidità permanente in una polizza Infortuni?

di Ennio Profeta - Consulente SanitAssicura

Sono un chirurgo trentacinquenne, sposato con due figli. La mia carriera, dopo un inizio arduo come era nelle previsioni, sta avviandosi in maniera positiva; sto fortunatemente cominciando a raccogliere i primi frutti dei miei studi e sacrifici.  Il mio assicuratore, in occasione della scadenza della mia polizza di responsabilità professionale, mi ha proposto di assicurami per il caso di infortunio. Confesso che gli argomenti usati dall’assicuratore per convincermi sulla utilità di questa polizza mi hanno abbastanza convinto. In effetti io sono l’unico produttore di reddito nella mia famiglia ed è proprio su questo reddito che si fonda oggi il nostro benessere. Ma su una cosa non ho ricevuto una risposta convincente; mi riferisco alla modalità di calcolo del valore economico dell’infortunio il quale, mi è stato spiegato, viene misurato in maniera generica e non con riferimento specifico alla persona infortunata. Può cortesemente darmi una spiegazione su questo punto che ritengo veramente cruciale per la mia decisione di assicurarmi per gli Infortuni.

In primo luogo desidero complimentarmi con Lei per la sua acuta, non frequente, sensibilità. Lei ha colto il senso dell’assicurazione; essa è più spesso un atto di generosità verso i propri cari piuttosto che di previdenza verso sé stessi. Devo rammaricarmi con gli Assicuratori per il fatto che essi, salvo qualche rara eccezione, trascurino di rammentare questo aspetto essenziale che costituisce il fondamento della funzione dell’assicurazione. Nella nostra epoca, ove il benessere è più spesso reddituale piuttosto che patrimoniale, il ruolo dell’assicurazione nella società diventa ancor più importante. Confermato questo punto cerco ora di spiegarle come normalmente si calcola il valore dell’indennizzo in una polizza infortuni. Ricordo che, all’atto della definizione della polizza, l’assicurato autonomamente decide quali sono i capitali per i quali intende essere assicurato; questi capitali riguardano in primo luogo il caso morte; in questo caso non esistono dubbi sul valore dell’indennizzo (questo sarà pari alla somma assicurata). Il secondo caso è quello della Invalidità permanente. Questo secondo caso richiede una miglior spiegazione. E’ ovvio che in caso di perdita totale della propria integrità fisica, quindi in caso di invalidità totale, verrà liquidata la somma totale prevista in polizza. Ma cosa succede in caso di invalidità parziale? Orbene ogni polizza contiene una tabella riguardo le varie tipologie di danno fisico alla quale il perito medico legale fa riferimento per stabilire il grado di invalidità, espresso sempre in punti percentuali. Il valore dell’indennizzo risulterà applicando questa percentuale al valore totale assicurato. Si comprende immediatamente che questo calcolo si basa su un valore generico attribuito ad ogni lesione della integrità fisica e non a quello specifico coerente all’attività professionale effettiva del soggetto. Senza rammentare i casi da scoop giornalistico come l’assicurazione delle gambe delle star o le mani di un grande pianista, più semplicemente mi riferisco proprio alla sua professione di chirurgo ove, per esempio, la perdita funzionale di un pollice non si limiterebbe a produrre un danno dell’8% (questa è la percentuale genericamente stabilità nelle polizze) bensì un danno totale in quanto un chirurgo senza pollice è costretto ad abbandonare la sua professione. Questo concetto, che gli assicuratori chiamano “Invalidità specifica”, vale per tutte le attività ove la perdita organica o funzionale assume una valenza specifica. Esistono nel mercato assicurativo compagnie che offrono la copertura assicurativa Infortuni prevedendo la valutazione in forma specifica della Invalidità permanente. Le suggerisco di rivolgersi ad una di queste per ottenere una copertura assicurativa veramente aderente alle sue esigenze ed aspettative.

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