La miopia pediatrica è in forte aumento e, secondo le proiezioni globali, entro il 2050 interesserà metà della popolazione mondiale
La miopia pediatrica si sta affermando come una delle principali sfide sanitarie dei prossimi decenni. Le proiezioni indicano che entro metà secolo il 50% della popolazione mondiale potrebbe essere miope, con un impatto simile anche in Europa. In Italia il fenomeno riguarda già un quarto degli abitanti, pari a circa 15 milioni di persone, tra cui fino a due milioni di bambini e adolescenti. L’aumento delle diottrie non compromette solo la qualità della vista ma è associato a un rischio maggiore di gravi patologie oculari, come maculopatia miopica, distacco di retina, glaucoma e cataratta. A ciò si aggiunge un costo globale in costante crescita: nel 2019 la miopia ha generato oltre 350 miliardi di dollari in spese dirette e si stima che nel 2050 tale valore possa più che raddoppiare.
Il confronto degli esperti e il nuovo White Paper
Per discutere strategie comuni di prevenzione e gestione, rappresentanti delle istituzioni, società scientifiche, clinici, pediatri e professionisti del settore si sono riuniti a Roma nell’evento “Miopia pediatrica: sfide attuali e opportunità future”. Durante l’incontro è stato presentato un White Paper elaborato dai principali esperti italiani, che delinea le criticità attuali e le possibili soluzioni per una presa in carico più efficace e omogenea sul territorio nazionale. L’iniziativa, promossa da Edra e sostenuta da un contributo non condizionante di Santen, ha evidenziato l’urgenza di un approccio nazionale coordinato, capace di superare la frammentarietà dei percorsi assistenziali.
Le cause: genetica, ambiente e stili di vita
Nel corso dei lavori è stato ricordato che la miopia non è dovuta a un solo fattore ma nasce da un’interazione complessa tra predisposizione genetica, condizioni ambientali e abitudini quotidiane. La ridotta esposizione alla luce naturale, l’aumento dell’uso dei dispositivi digitali e la sedentarietà contribuiscono in modo significativo alla sua diffusione. È stato sottolineato come anche piccoli cambiamenti nello stile di vita, come trascorrere più tempo all’aperto, possano ridurre il rischio di sviluppare il difetto visivo nei più giovani.
Una presa in carico ancora troppo disomogenea
Gli esperti hanno richiamato l’attenzione sulla mancanza di programmi strutturati di screening nelle scuole, sulla formazione eterogenea dei pediatri e sull’assenza di percorsi diagnostico-terapeutici standardizzati. Alcune regioni includono già valutazioni visive nei bilanci di salute, ma l’obiettivo è rendere questa pratica omogenea a livello nazionale. È stata proposta l’adozione di linee guida uniche, di un registro dedicato e di modelli organizzativi in grado di offrire ai bambini una presa in carico più tempestiva.
Le nuove opportunità terapeutiche
Un punto centrale del dibattito ha riguardato le terapie disponibili per rallentare la progressione miopica. Tra queste, l’atropina allo 0,01% è oggi considerata una delle soluzioni più efficaci e supportate dagli studi clinici, capace di ridurre fino alla metà la velocità di peggioramento nei bambini. Finora in Italia era disponibile solo come preparazione galenica off label, con difficoltà di accesso e disomogeneità tra territori. La recente autorizzazione europea del primo collirio registrato a basso dosaggio segna un passaggio importante verso una gestione più sicura, uniforme e accessibile.
L’appello a un’azione strutturata e proattiva
Le voci dei clinici intervenuti all’evento hanno evidenziato la necessità di un cambiamento culturale. Per molti specialisti l’obiettivo non è eliminare l’uso degli occhiali, ma ridurre l’entità della miopia per proteggere la salute oculare a lungo termine. Per questo servono informazione capillare, maggiore sensibilizzazione delle famiglie e un coinvolgimento sistematico delle scuole e dei pediatri di libera scelta. Le istituzioni regionali hanno ricordato l’importanza di modelli organizzativi dedicati al monitoraggio dei fattori di rischio, mentre le società scientifiche hanno ribadito la necessità di un intervento precoce, strutturato e basato sulle migliori evidenze.
Uno sguardo al futuro
La miopia pediatrica non può più essere considerata un semplice difetto visivo: è una condizione con implicazioni cliniche, sociali ed economiche di vasta portata. La disponibilità di nuovi strumenti diagnostici e terapeutici offre opportunità significative, ma per coglierle appieno occorre una strategia nazionale coerente, capace di unire prevenzione, educazione e accesso alle cure. Solo così sarà possibile proteggere la vista delle future generazioni e affrontare con efficacia una delle principali sfide oculari del nostro tempo.
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