Prevenzione 4 Febbraio 2025 10:44

Malattie cardiovascolari, meno della metà dei pazienti assume farmaci per la prevenzione secondaria

Lo rivela uno studio che ha tenuto sotto osservazione per oltre 12 anni persone con problemi cardiovascolari provenienti da 17 Paesi
Malattie cardiovascolari, meno della metà dei pazienti assume farmaci per la prevenzione secondaria

Meno della metà delle persone che avrebbe bisogno dei farmaci per la “prevenzione secondaria” delle malattie cardiovascolari non li assume. Si tratta di terapie come gli antipertensivi o altre medicine che si prescrivono a persone già a rischio o con un evento cardiovascolare pregresso. E chi non segue questi trattamenti, pur avendone bisogno, rischia di andare incontro a recidive. Lo rivela uno studio pubblicato su Jacc, la rivista di punta dell’American College of Cardiology. I ricercatori hanno tenuto sotto osservazione per oltre 12 anni persone con problemi cardiovascolari provenienti da 17 Paesi, constatando che l’uso di farmaci tra questa popolazione di pazienti e piuttosto basso, anche se ci sono delle variazione ulteriori in base al livello di reddito del Paese.

La reticenza si è ridotta nel tempo

Ma una buona notizia c’è: gli studiosi hanno osservato che questa reticenza all’assunzione di terapie per la prevenzione secondaria delle malattie cardiovascolari si è ridotta nel tempo, cioè è  risultata più bassa durante gli ultimi anni analizzati, rispetto ai primi presi in esame, ad eccezione dei Paesi ad medio-alto reddito. Complessivamente, l’uso di almeno un farmaco per la  prevenzione secondaria si assesta sul 41,3% dei pazienti alla visita iniziale dello studio, raggiunge un picco del 43,1% per poi calare al 31,3% all’ultima visita prevista dalla ricerca. Nei Paesi ad alto reddito, l’uso è diminuito dall’88,8% al 77,3%.

Pazienti sotto trattati nella maggior parte del mondo

Nei Paesi a reddito medio-alto è aumentato dal 55% al 61,1%. Nei Paesi a reddito medio-basso è iniziato con il 29,5%, ha raggiunto un picco del 31,7% ed è sceso al 13,4%. Nei Paesi a basso reddito, è aumentato dal 20,8% fino a un picco del 47,3%, per poi scendere al 27,5%. L’uso di tre o più classi di farmaci comprovati per la prevenzione secondaria è stato sostanzialmente inferiore a quanto necessario per proteggersi da nuovi eventi cardiovascolari in tutti i Paesi esaminati. “I nostri risultati suggeriscono che le attuali strategie di prevenzione secondaria continuano a lasciare la maggior parte  delle persone con malattie cardiovascolari non trattate o sotto-trattate ed evidenziano la generale mancanza di progressi nell’aumentare l’uso di farmaci per la prevenzione secondaria delle malattie cardiovascolari nella maggior parte del mondo”, concludono gli autori.

 

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