Un traguardo storico per i pazienti e per la medicina italiana: con l’approvazione del Ddl 1483, la cosiddetta “legge Pella”, l’Italia diventa il primo Paese al mondo a riconoscere l’obesità come malattia cronica, progressiva e recidivante. “Questo è un risultato di enorme importanza – spiega la professoressa Esmeralda Capristo, direttore della UOS di Medicina della grande obesità del Gemelli –. Dà finalmente dignità a una patologia che riguarda sei milioni di italiani e riduce lo stigma che troppo spesso accompagna chi convive con l’obesità. Ma non è solo simbolico: rappresenta il primo passo per garantire ai pazienti più attenzione, presidi adeguati e, in futuro, la rimborsabilità dei nuovi farmaci, con la possibilità di un’esenzione dalla spesa”.
“La legge apre la strada alla rimborsabilità dei farmaci anti-obesità oggi disponibili, come tirzepatide e semaglutide – continua Capristo –. Questi farmaci, seppur costosi e da assumere a lungo termine, non solo aiutano a perdere peso, ma prevengono e trattano le complicanze dell’obesità: diabete tipo 2, malattie cardiovascolari, respiratorie e osteoarticolari”. L’esperta sottolinea l’importanza che la prescrizione e la gestione siano affidate a medici esperti e a team multidisciplinari, formati anche grazie agli step previsti dalla legge.
Dal punto di vista pratico, i farmaci non saranno rimborsabili immediatamente, ma “i pazienti vedono finalmente riconosciuta una patologia che esula in gran parte dalla loro responsabilità e che ha molte cause, genetiche, ambientali, sociali. La legge rappresenta il preludio per arrivare alla rimborsabilità dei farmaci”.
In contemporanea al congresso della Società Italiana dell’Obesità, sono state pubblicate su Nature Medicine le nuove linee guida della European Association for the Study of Obesity (EASO). “Le linee guida distinguono le malattie legate all’aumento della massa grassa – come apnee notturne o osteoartrosi – dalle patologie legate al grasso ‘malato’, come diabete e malattie cardiovascolari – spiega Capristo –. Importante anche valutare il deposito viscerale di grasso, anche nei pazienti con BMI <35 o sovrappeso marcato, misurabile con il rapporto circonferenza vita/altezza”.
“La persona con obesità è complessa: serve un team che non segua solo il calo di peso, ma il rischio cardiometabolico, la compliance alla dieta e il cambiamento dello stile di vita – ricorda Capristo –. Medici internisti, endocrinologi, nutrizionisti, dietisti, psicologi, chirurghi bariatrici, ma anche consulenti cardiologi, pneumologi e ortopedici. Il tutto per guidare il paziente con sicurezza e continuità”.
“I farmaci sono sicuri, ma possono comparire effetti collaterali gastrointestinali lievi e transitori, come nausea, diarrea o stipsi. Vanno prescritti da specialisti e accompagnati da informazioni precise: dosaggio iniziale basso, idratazione, alimentazione adeguata e, se necessario, integrazione con fibre – conclude Capristo – L’obiettivo è ridurre al minimo gli effetti indesiderati e massimizzare i benefici per salute e complicanze dell’obesità”.
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