Lavoro e Professioni 17 Marzo 2015 16:14

Riforma Titolo V: “Oggi abbiamo la possibilità di rimediare all’errore del 2001”

Il punto di vista del senatore FI Luigi D'Ambrosio Lettieri
Riforma Titolo V: “Oggi abbiamo la possibilità di rimediare all’errore del 2001”

La terza lettura, quella che adesso spetterà al Senato, potrebbe ancora cambiare il testo approvato dalla Camera, ma solo nelle parti già rielaborate a Montecitorio”.

Apre a nuove modifiche il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, intervenendo sul tema della riforma del Titolo V appena approvata dai colleghi deputati. La strada battuta pare dunque quella giusta, ma si può sempre fare meglio. Si tratta di un testo che, al momento, pare infatti venire incontro ad una problematica riconosciuta come tale un po’ da tutti gli addetti ai lavori: quella dell’eccessiva frammentazione del nostro Ssn.

“Sono convinto – spiega il senatore di Forza Italia – che l’errore di base risalga alla riforma datata 2001. Quando, in sostanza, i ruoli e le competenze in ambito sanitario vennero ripartiti in un modo evidentemente troppo sbrigativo e disordinato tra Stato e Regioni”. Fatto, questo, che avrebbe generato, a suo dire, “una quantità davvero enorme di contenziosi, almeno per quanto riguarda l’ambito specifico della gestione, pianificazione e programmazione della Sanità. Per fortuna, però, abbiamo ancora la possibilità di rimettere a posto le cose”.

Il prossimo passaggio a Palazzo Madama servirà dunque a completare il lavoro e “restituire una maggiore autonomia a livello centrale sulla definizione delle politiche sociali”. Un passo necessario, a dire del senatore, “per approcciare in modo più concreto le politiche socio sanitarie e assistenziali” e per “adoperarsi al fine di mantenere il difficile equilibrio tra due fattori: da un lato l’autonomia e la responsabilità a livello regionale, dall’altro la necessaria uniformità dell’azione politica a livello centrale. Tutto ciò – spiega ancora D’Ambrosio Lettieri – serve non solo per garantire i Livelli Essenziali di Assistenza, ma anche per mantenere immutato quel modello di Servizio Sanitario Nazionale che trova nel principio di universalità il suo punto fermo. Si può – conclude il senatore – e si deve intervenire per evitare questa frammentazione dell’assistenza, che non può più oscillare a seconda dell’efficienza e della capacità delle singole amministrazioni regionali”.

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Malattie croniche: cala la mortalità in Italia, ma i progressi rallentano

Lo studio internazionale pubblicato su The Lancet mostra un calo del 30% della probabilità di morire prima degli 80 anni per un italiano a causa di patologie croniche tra il 2000 e il 2019
Sanità

La tempesta estiva del NITAG: agosto 2025 tra nomine, polemiche e revoche

Quello che avrebbe dovuto essere un normale atto amministrativo, la nomina dei nuovi membri del NITAG – il Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni – si è trasformato ...
Prevenzione

Pertosse, il ritorno inatteso: cosa ci insegna l’epidemia del 2024 in Toscana

Dopo anni di silenzio durante la pandemia, la pertosse è tornata con forza. Uno studio del Meyer di Firenze pubblicato su Eurosurveillance rivela come ritardi nei richiami e scarsa adesione all...
Salute

Disturbi mentali, ne soffre oltre un miliardo di persone. Oms: “Una sfida di salute pubblica”

Lo stato dell'arte nei due nuovi rapporti diffusi oggi dall’Oms: World mental health today e Mental health atlas 2024
di I.F.