Sanità 25 Agosto 2025 10:36

La tempesta estiva del NITAG: agosto 2025 tra nomine, polemiche e revoche

Quello che avrebbe dovuto essere un normale atto amministrativo, la nomina dei nuovi membri del NITAG – il Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni – si è trasformato nell’agosto 2025 in una vera e propria tempesta politica e scientifica
La tempesta estiva del NITAG: agosto 2025 tra nomine, polemiche e revoche

Tutto ha avuto inizio il 5 agosto, quando il Ministero della Salute ha reso pubbliche le nuove composizioni del comitato. Un organismo di grande importanza, chiamato a fornire al governo pareri qualificati e basati sull’evidenza scientifica per guidare le politiche vaccinali del Paese.

La sorpresa, e con essa lo sconcerto, è arrivata subito dopo: tra i nomi designati figuravano due medici noti per le loro posizioni fortemente critiche nei confronti delle vaccinazioni, spesso associate a teorie giudicate prive di fondamento scientifico. Una scelta che ha immediatamente provocato la reazione del mondo medico e accademico, dando il via a una querelle che ha segnato l’intero mese di agosto.

Le reazioni del mondo scientifico

Le prime voci a levarsi sono state quelle delle società scientifiche. La Società Italiana di Igiene (SItI) ha espresso un netto sconcerto, ribadendo che il NITAG non può trasformarsi in un’arena ideologica: deve essere un organismo tecnico-scientifico, in cui le decisioni siano fondate esclusivamente sulle prove e sulle evidenze. Oltre a contestare la presenza di figure ritenute vicine alle pseudoscienze, la SItI ha sottolineato anche la mancanza di rappresentanti dei servizi vaccinali territoriali, cioè di coloro che ogni giorno, nei dipartimenti di prevenzione, rendono possibile la somministrazione dei vaccini.

Sulla stessa linea si è collocata la Società Italiana di Neonatologia (SIN), che oltre a condividere le preoccupazioni degli igienisti ha fatto notare un’altra assenza significativa: quella del neonatologo, figura cruciale per impostare la prevenzione vaccinale fin dai primi giorni di vita. Entrambe le società hanno chiesto al Ministero di rivedere le nomine e integrare le competenze mancanti.

L’appello del Patto Trasversale per la Scienza

Mentre le società scientifiche prendevano posizione, il Patto Trasversale per la Scienza (PTS), associazione nata per difendere il metodo scientifico nel dibattito pubblico, ha lanciato una petizione online il 7 agosto. L’iniziativa ha avuto un successo immediato: in pochi giorni sono state raccolte oltre 16.000 firme, con il sostegno di accademici, associazioni e scienziati di primo piano, tra cui il Nobel per la Fisica Giorgio Parisi.

La mobilitazione ha continuato a crescere fino a superare, il 16 agosto, le 35.000 adesioni, rafforzata dall’appoggio di figure come Silvio Garattini e Nino Cartabellotta. Il messaggio era chiaro: la scienza non può condividere spazi decisionali con posizioni che ne mettono in discussione i fondamenti.

La revoca del NITAG

Di fronte a una pressione così ampia, che univa cittadini e comunità scientifica, il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha scelto di intervenire con decisione. Il 16 agosto ha firmato il decreto che revocava l’intero NITAG, annunciando contestualmente l’avvio di un nuovo processo di nomina, più inclusivo e aperto a tutte le categorie interessate. Una scelta che è stata accolta con sollievo e persino con entusiasmo dal PTS, che l’ha definita una vittoria “a difesa della scienza e della salute pubblica”.

Le professioni sanitarie in campo

Nei giorni successivi, il dibattito non si è fermato. Il 19 agosto, medici di famiglia, pediatri, infermieri, farmacisti e rappresentanti delle principali federazioni professionali hanno pubblicamente ringraziato il Ministro e la premier Giorgia Meloni per la decisione di ricostituire il comitato. Hanno però colto l’occasione per rilanciare un appello: nel nuovo NITAG dovranno trovare posto non solo gli accademici, ma anche coloro che, ogni giorno, dialogano con i cittadini, somministrano i vaccini e raccolgono consensi o obiezioni. Solo così, hanno sottolineato, sarà possibile elaborare politiche di immunizzazione realmente efficaci e coerenti con la realtà del Paese.

Non solo: in un’ottica “One Health”, le federazioni hanno proposto di coinvolgere anche i veterinari, ricordando che la salute umana e quella animale sono strettamente collegate, e di prevedere perfino una rappresentanza dei cittadini, per rafforzare la trasparenza e la fiducia pubblica.

Cosa succede adesso

Il Ministero è ora chiamato a un compito delicato: ricostruire il NITAG dalle fondamenta. Dovrà selezionare figure di alto profilo scientifico, garantendo indipendenza, multidisciplinarietà e un adeguato equilibrio tra le diverse professionalità coinvolte. Le prossime settimane saranno decisive: il nuovo percorso di nomina dovrà partire presto, per evitare che la revoca lasci un vuoto proprio mentre la programmazione vaccinale richiede decisioni tempestive.

“La tutela della salute pubblica richiede la massima attenzione e un lavoro serio, rigoroso e lontano dal clamore – ha dichiarato il Ministro Schillaci annunciando la revoca del NITAG. “Con questo spirito abbiamo sempre lavorato e continueremo ad agire nell’esclusivo interesse dei cittadini”.

Quel che è certo è che l’“affaire NITAG” di agosto ha lasciato un segnale forte: la comunità scientifica, il mondo sanitario e una parte significativa dell’opinione pubblica non sono più disposti a tollerare cedimenti sul terreno della scientificità e della trasparenza. Il nuovo comitato, dunque, nascerà sotto il segno di una vigilanza alta e di aspettative altrettanto elevate.

Ma cos’è il NITAG e a che serve?

A cosa serve, in questo agosto movimentato, ce lo ha ricordato sui Social Media Carlo Signorelli, Ordinario di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffele di Milano, che lo ha presieduto negli ultimi tre anni, chiedendosi con un certo stupore “Come può un gruppo tecnico sulle vaccinazioni passare dall’anonimato alle prime pagine dei quotidiani nazionali…”. In un paper del 2023 che porta anche la sua firma vengono spiegate origini, missione e attività di questo organismo, istituito nel 2017. “In un momento di grande attenzione pubblica – sottolinea Signorelli –  è importante chiarire perché la competenza scientifica multidisciplinare sia decisiva per orientare le politiche vaccinali”.

In un mondo scosso dalla pandemia e dal dilagare della disinformazione, avere organismi scientifici indipendenti che guidino le scelte di salute pubblica è diventato cruciale. È in questo contesto che nasce e si rafforza il NITAG – National Immunization Technical Advisory Group, il Gruppo Tecnico Consultivo Nazionale sulle Vaccinazioni.

Una risposta alla sfida globale

Il NITAG è stato istituito in Italia per la prima volta nel 2017, in linea con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che invita tutti i Paesi a dotarsi di un organismo tecnico capace di elaborare politiche vaccinali basate su solide evidenze scientifiche. Dopo una pausa, il nuovo NITAG è stato ricostituito nel 2021 ed è oggi (sino alla sua ricostituzione ndr) composto da 28 esperti indipendenti, con competenze che spaziano dall’igiene pubblica alla pediatria, dall’epidemiologia alla comunicazione.

Gli obiettivi

Il compito principale del NITAG è supportare il Ministero della Salute nell’elaborazione e nell’aggiornamento del Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV). Tra i suoi obiettivi prioritari troviamo:

  • recuperare le coperture vaccinali diminuite durante la pandemia;

  • armonizzare il calendario vaccinale con la campagna anti-COVID-19;

  • rafforzare la fiducia dei cittadini nelle vaccinazioni, contrastando l’esitazione vaccinale;

  • migliorare la trasparenza e la comunicazione delle decisioni;

  • promuovere l’integrazione con le Regioni e la collaborazione con le reti internazionali di esperti.

Uno strumento di fiducia e trasparenza

Il valore del NITAG non sta solo nelle raccomandazioni scientifiche che formula, ma anche nella credibilità che conferisce alle decisioni in tema di vaccinazioni. In un periodo in cui la sfiducia verso le istituzioni può alimentare esitazioni e paure, la presenza di un organo indipendente, aperto e trasparente rappresenta una garanzia per la salute collettiva.

Il rilancio del NITAG segna dunque un passo importante per il futuro delle politiche vaccinali in Italia: un ponte tra scienza, istituzioni e cittadini, fondamentale per assicurare che la prevenzione resti un pilastro del nostro sistema sanitario.

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