Non è solo questione di geni o di stili di vita: anche la situazione politica incide su come invecchiamo. A confermarlo è uno studio internazionale coordinato dal Trinity College Dublin e pubblicato su Nature Medicine, che evidenzia come anche le condizioni ambientali e sociali, il cosiddetto ‘esposoma’, influenzino profondamente il nostro invecchiamento. “I fattori protettivi e di rischio, combinati con l’ambiente in cui viviamo, guidano il nostro percorso di invecchiamento – sottolineano i ricercatori nell’abstract dello studio -. L’invecchiamento può seguire due strade: quella sana o quella accelerata e a fare la differenza sono le esposizioni fisiche e sociali che sperimentiamo lungo l’arco della vita”.
Gli autori hanno analizzato i dati di 161.981 persone provenienti da 40 Paesi (tra cui l’Italia), valutando l’ ‘età biocomportamentale’ (BBAG), ovvero la distanza tra età cronologica ed età biologica stimata sulla base di indicatori di salute, funzione cognitiva e condizioni di vita. Il risultato? L’invecchiamento accelerato è associato a una maggiore disabilità funzionale e a un rischio quadruplicato di declino cognitivo. Ma soprattutto, è influenzato da una combinazione di fattori che travalicano la sfera individuale: qualità dell’aria, disuguaglianza socioeconomica e di genere, migrazione e, soprattutto, contesto politico. “La nostra età biologica riflette il mondo in cui viviamo. L’esposizione all’aria tossica, l’instabilità politica e la disuguaglianza non solo danneggiano la società, ma incidono anche sul nostro cervello e sulla nostra salute”, commenta Agustin Ibanez, coordinatore dello studio.
I dati mostrano un quadro disomogeneo: l’Europa occidentale è in testa per tassi di invecchiamento in salute, mentre Egitto e Sudafrica registrano le forme più marcate di invecchiamento accelerato. Asia e America Latina si collocano a metà. Anche all’interno del continente europeo, però, emergono differenze: l’invecchiamento è più sano nei Paesi del Nord e dell’Ovest, mentre in Europa dell’Est e del Sud (inclusa l’Italia) si osservano segni di maggiore vulnerabilità. Lo studio ha riscontrato che un reddito più basso è fortemente associato a un invecchiamento più rapido, con una differenza statisticamente significativa Ancora più netta la correlazione tra BBAG elevati e peggioramento della salute funzionale e cognitiva.
Tra i fattori esposomici più rilevanti, accanto alla qualità dell’aria e all’ineguaglianza sociale, i ricercatori includono elementi sociopolitici cruciali: rappresentanza democratica, pluralismo politico, diritto di voto, trasparenza elettorale. “Dobbiamo smettere di pensare alla salute del cervello come a una responsabilità puramente individuale e adottare una prospettiva neuro-ecologica e sindemica”, conclude Ibanez.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato