Con 77 voti favorevoli e 55 contrari, il Senato ha dato il via libera definitivo alla legge quadro sull’Intelligenza artificiale. L’Italia diventa così il primo Paese Ue a dotarsi di un quadro normativo nazionale allineato all’AI Act europeo. La legge disciplina l’uso dell’IA nei settori produttivi, della difesa, della ricerca, del lavoro, della giustizia e, in particolare, della sanità. Stabilisce che l’intelligenza artificiale debba svilupparsi nel rispetto dei diritti fondamentali e delle libertà individuali, promuovendo trasparenza e tutela della persona.
Un sostegno al medico
Alle applicazioni in ambito sanitario è dedicato il Capo II del provvedimento. Qui viene chiarito che i sistemi di IA “contribuiscono al miglioramento del sistema sanitario, alla prevenzione, alla diagnosi e alla cura delle malattie”, ma che restano uno strumento di supporto. La decisione clinica – in prevenzione, diagnosi, terapia e prescrizione – resta sempre prerogativa del medico. “Un chiarimento cruciale – sottolinea la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo) – che da tempo chiedeva di circoscrivere l’uso dell’IA senza snaturare l’atto medico”.
I medici: “Un buon giorno per cittadini e sanità”
“Oggi è un buon giorno per i medici, per i cittadini e per il Servizio sanitario nazionale – afferma Filippo Anelli, Presidente della Fnomceo –. La legge quadro sull’IA circoscrive in maniera chiara il perimetro di applicazione della tecnologia in medicina e definisce per la prima volta, nero su bianco, che le decisioni in materia di prevenzione, diagnosi, cura e scelta terapeutica spettano ai professionisti”.
L’approvazione nella Giornata per la sicurezza delle cure
“La legge valorizza le applicazioni dell’IA in medicina – spiega Anelli – nella prevenzione, diagnosi, terapia e nel supporto delle persone con disabilità, nel rispetto dei diritti dei cittadini e della sicurezza delle cure. È particolarmente significativo che sia stata approvata ieri, nella giornata mondiale dedicata proprio alla sicurezza delle cure e delle persone assistite. Presupposto imprescindibile per la sicurezza e per la tutela dei diritti è che l’IA sia, come la Fnomceo ha da sempre ribadito, un supporto per il medico, un ausilio nelle sue mani, orientato al bene della persona e al miglior funzionamento dei servizi sanitari. Altro pilastro per il raggiungimento di questi obiettivi è che siano definite le competenze del medico, vale a dire le decisioni su prevenzione, diagnosi, cura e prescrizione. Questa legge definisce entrambi gli ambiti”.
La promozione della ricerca
“Del testo abbiamo anche apprezzato – aggiunge – la promozione della ricerca e della formazione, e gli interventi sul Codice penale che prevedono la punibilità degli utilizzi illeciti, tra cui i deepfake. La Fnomceo è stata tra i primi a denunciare l’uso distorto dell’IA per generare video in cui medici più o meno noti a livello mediatico pubblicizzavano prodotti o diffondevano false notizie in tema di salute; altrettanto condannabile riteniamo l’utilizzo di deepfake che mettano a rischio la dignità delle persone. “L’Italia, con questa Legge – conclude Anelli – regolamenta l’uso dell’IA, allineando il quadro normativo all’IA Act e creando allo stesso tempo il presupposto giuridico per la valorizzazione del ruolo della Professione medica all’interno dei sistemi sanitari. Ringraziamo i parlamentari che la hanno voluta e approvata, in particolare l’onorevole Marta Schifone che ha ascoltato, con sensibilità e competenza, le istanze dei professionisti a tutela della salute dei cittadini, e tutti coloro che hanno collaborato per raggiungere questo risultato”.
Innovazione e garanzie
Il nuovo quadro normativo istituisce inoltre un Comitato di coordinamento e individua due autorità nazionali competenti: l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), che gestirà le notifiche e promuoverà casi d’uso sicuri, e l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), che avrà compiti ispettivi sull’adeguatezza e sicurezza dei sistemi. Per le istituzioni, si tratta di un passo che rafforza la fiducia di cittadini e imprese.
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