La stagione influenzale ha colpito duramente soprattutto gli adulti più fragili. Secondo il rapporto Sorveglianza integrata SARI dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia 601 persone sono state ricoverate in terapia intensiva e 134 sono decedute. La maggioranza dei casi gravi e dei decessi riguarda persone non vaccinate, confermando l’importanza della vaccinazione antinfluenzale.
La sorveglianza si basa su segnalazioni ospedaliere di SARI (Severe Acute Respiratory Infection) e ARDS (Acute Respiratory Distress Syndrome), che riguardano le sindromi da distress respiratorio acuto e monitorano pazienti in terapia intensiva o sottoposti a ECMO. Questi dati rappresentano i casi più severi e permettono di stimare l’impatto della stagione influenzale, che mediamente provoca circa 8mila decessi ogni anno. Il sottotipo predominante è stato A(H1N1)pdm09, con picco nella prima settimana del 2025. La fascia più colpita è quella tra 60 e 79 anni, con più casi tra gli uomini. La maggior parte dei pazienti presentava una o due comorbidità, principalmente malattie cardiovascolari, e 77,4% dei casi gravi ha riguardato persone non vaccinate.
L’incidenza più alta di SARI è stata registrata in Valle d’Aosta, seguita da provincia di Bolzano, Toscana e provincia di Trento. I valori più bassi si riscontrano in Campania, Sicilia e Sardegna. I dati confermano che la vaccinazione antinfluenzale rimane lo strumento più efficace per proteggere le persone vulnerabili e ridurre l’impatto dell’influenza sulla salute pubblica.