Salute 13 Settembre 2024 13:47

In Italia aumentano le persone positive all’Hiv, 120mila nel 2023

In 20 anni il numero delle persone positive all'Hiv in Italia è raddoppiato, passando da 70mila casi nel 2000 a 120mila nel 2023. A fare il punto su un'epidemia silenziosa è stato l'evento "Hiv Call 2024: nuove opportunità di gestione e prevenzione"
In Italia aumentano le persone positive all’Hiv, 120mila nel 2023

Nel nostro paese il numero delle persone positive all’Hiv continua ad aumentare nonostante l‘incidenza dell’infezione si riduca. Tanto che in 20 anni il loro numero è raddoppiato, passando da 70.000 casi nel 2000 a 120.000 nel 2023. Le terapie oggi disponibili permettono però di ridurre molto il rischio di infezione così come gli esiti gravi, rendendo l’Hiv una condizione cronica. A fare il punto su un’epidemia silenziosa è stato l’evento “Hiv Call 2024: nuove opportunità di gestione e prevenzione”, che ha visto la presentazione del Position Paper sui farmaci a rilascio prolungato.

L’obiettivo è eradicare l’Hiv entro il 2030

“Per raggiungere l’obiettivo dell’Oms di eradicazione del virus entro il 2030 – dichiara Luciano Ciocchetti, vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera e copresidente dell’intergruppo parlamentare sulla One Health – è necessario che la classe politica focalizzi l’attenzione sulla prevenzione e l’accesso equo alle migliori cure”. Un significativo passo avanti è stato fatto negli ultimi anni grazie ai trattamenti preventivi. Secondo UnAids, entro il 2025, l’86% delle persone con Hiv dovrebbe raggiungere una carica virale non rilevabile e il 95% delle persone a rischio dovrebbe avere accesso alla profilassi pre-esposizione (Prep).

Nuove opportunità grazie ai farmaci Long-Acting

La nuova strategia a lento rilascio rappresenta un avanzamento nella prevenzione rispetto alla profilassi giornaliera. Le linee guida sottolineano l’importanza di rendere la Long-Acting Prep ampiamente disponibile, ma secondo nel 2021 l’Italia è al sedicesimo posto su 28 Paesi europei per il numero di persone che hanno ricevuto la Prep. “I farmaci Long-Acting aiutano a superare lo stigma e ridurre le probabilità di interruzione del trattamento”, spiega Andrea Antinori, direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Spallanzani di Roma. Inoltre, aggiunge Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit), “la formulazione iniettabile migliora la biodisponibilità del farmaco e riduce le interazioni con altri medicinali”. “Eradicare l’epidemia da Hiv entro il 2030 sarebbe un investimento sia economico che in termini di qualità di vita per i pazienti”, conclude Francesco Saverio Mennini, capo Dipartimento della programmazione del ministero della Salute.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Virus respiratorio sinciziale, ottobre è il mese per proteggere i neonati

Con l’arrivo dell’autunno prende il via la campagna di immunizzazione contro il virus respiratorio sinciziale (RSV), che colpisce soprattutto i bambini più piccoli. Il pediatra Mart...
Advocacy e Associazioni

Giornata nazionale delle persone con sindrome di Down: “Nessuna decisione senza di noi”

Il 12 ottobre CoorDown torna in 200 piazze italiane per chiedere più partecipazione e rappresentanza nei luoghi dove si decide la vita di tutte e di tutti. Al centro della campagna, il film &ld...
Advocacy e Associazioni

Legge 104 e caregiver: tutte le novità tra permessi, congedi e smart working

Le novità introdotte per i caregiver dalla legge 104 rappresentano un passo avanti importante, ma secondo l’avvocato Alessia Maria Gatto non sono ancora sufficienti per rispondere piename...
Sanità

Intelligenza artificiale, approvata la legge quadro. Per i medici resta un supporto, non un surrogato

La soddisfazione della Fnomceo: “È un buon giorno per medici e cittadini, l’atto medico resta prerogativa dei professionisti”
Nutri e Previeni

La dieta mediterranea bio è meglio, effetti su microbiota in sole 4 settimane

Uno studio guidato dall’Università di Roma Tor Vergata ha scoperto che quattro settimane di dieta mediterranea biologica sono sufficienti per modificare in modo misurabile la composizione...