L’Europa è ancora lontana dagli obiettivi 2030 per ridurre consumo di antibiotici e contenere le resistenze, mentre l’Italia resta tra i Paesi più critici nonostante timidi segnali di miglioramento
È un bilancio che non lascia spazio alle interpretazioni quello diffuso oggi dall’ECDC in occasione della Giornata europea per l’uso consapevole degli antibiotici: in Europa un’infezione ospedaliera su tre è causata da microrganismi multiresistenti e l’antimicrobico-resistenza si conferma una delle principali minacce per la salute pubblica globale. Una “pandemia silente”, come la definisce il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco, Robert Nisticò, che solo in Italia provoca 12mila morti l’anno, con un impatto economico stimato in 2,4 miliardi di euro per il Servizio sanitario nazionale. E proprio per accendere l’attenzione su un fenomeno che rischia di compromettere uno dei pilastri della medicina moderna, il 18 novembre la sede dell’AIFA si illumina di blu.
Europa ancora distante dagli obiettivi 2030
L’analisi dell’ECDC mette in fila criticità che accomunano gran parte dei Paesi UE. Nel 2024:
Il quadro resta eterogeneo ma l’Europa meridionale, centrale e orientale mostrano i livelli più elevati di resistenze. Per l’ECDC, senza interventi più rapidi e incisivi, sarà improbabile centrare il traguardo 2030, con il rischio di un aumento dei decessi e di costi sanitari sempre più gravosi.
Italia: consumi elevati e resistenze critiche
Con 22,3 dosi giornaliere per mille abitanti, il consumo di antibiotici in Italia resta superiore del 10% alla media europea. Un dato in lieve miglioramento rispetto al 2023, ma ancora lontano dall’obiettivo nazionale per il 2030: 17,8 dosi. Nel nostro Paese: si utilizzano più antibiotici ad ampio spettro rispetto a quelli a spettro ristretto; il ricorso agli antibiotici di ultima linea (“Reserve”) negli ospedali tocca il 6%, leggermente sopra la media europea;
il Sud mantiene il primato nei consumi, pur registrando una riduzione del 5,1% nell’ultimo anno.
Sul fronte delle resistenze, alcuni indicatori migliorano, come l’incidenza delle infezioni da Staphylococcus aureus MRSA, che centra il target 2030 in anticipo. Altri, invece, peggiorano: la Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi segna un aumento del 10,2%.
Le parole di Nisticò: “Salvaguardare un bene prezioso”
“L’antibiotico-resistenza è una pandemia silente”, ricorda Robert Nisticò, sottolineando la dimensione crescente del problema e la necessità di un impegno collettivo. “È fondamentale adottare un approccio One-Health, promuovere ricerca indipendente e sostenere l’uso appropriato degli antibiotici in ambito umano, veterinario e zootecnico”, aggiunge. Nisticò richiama anche il ruolo dell’Agenzia nel rafforzare informazione e sensibilizzazione, attraverso strumenti digitali come l’app AIFA Firstline, nuove campagne comunicative in collaborazione con il Ministero della Salute e un lavoro integrato con clinici, Regioni e territorio.
Il Fondo per i farmaci innovativi e l’attenzione agli antibiotici “Reserve”
Dal 2025 gli antibiotici attivi contro infezioni multiresistenti sono inseriti nel Fondo per i farmaci innovativi, con una dotazione di 100 milioni di euro. Si tratta di molecole da utilizzare con estrema cautela, il cui impiego appropriato dipende dalla diagnosi microbiologica eseguita dalle strutture sanitarie. AIFA verifica l’uso di questi farmaci tramite registri di monitoraggio per garantire che vengano utilizzati in presenza di infezioni documentate da germi resistenti e non in modo empirico.
Ricerca indipendente: un pilastro del contrasto all’AMR
L’Agenzia conferma il proprio impegno nella ricerca no profit, fondamentale per comprendere e contrastare l’antimicrobico-resistenza. Il secondo Bando AIFA, finanziato con 20 milioni di euro, sostiene progetti dedicati a nuove strategie antimicrobiche, combinazioni innovative, marcatori predittivi e diagnostica rapida. Una scelta orientata a generare ricadute concrete per i pazienti e per il SSN, favorendo un uso più consapevole e mirato degli antibiotici.
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