“Mi arrivano ancora diverse segnalazioni da tutta Italia di società e associazioni sportive che non vogliono iscrivere ragazzi o persone con diabete di tipo 1, ma se questi soggetti non si convincono con le parole bisogna rivolgersi ai tribunali perché c’è una legge che parla chiaro”. Lo ha detto Nicola Zeni, presidente della Fondazione Italiana Diabete (FID), intervenendo a un evento su sport, diabete e inclusione organizzato a Milano da Grenke, società specializzata nel noleggio strumentale operativo di beni e servizi per imprese e libero professionisti. Durante l’evento è emerso come nelle regioni italiane dove la pratica sportiva è più elevata risulta più bassa l’incidenza del diabete che è, invece, più alta in presenza di sovrappeso e obesità ma anche di redditi bassi.
Rappresentanti di ANIAD (Associazione Nazionale Italiana Atleti Diabetici) e FID (Federazione Italiana Diabetici), diabetologi, e atleti si sono confrontati su come e con quali difficoltà gli atleti con diabete di tipo 1 devono preparare le gare, gli allenamenti, curare l’alimentazione e il recupero fisico. In Italia circa 300 mila persone sono affette da diabete di tipo 1 che è una malattia autoimmune, mentre quasi 4,5 milioni hanno il diabete di tipo 2 e quasi 1 milione non sanno nemmeno di averlo. “Da anni sosteniamo Accademia Milano Calcio e la sua squadra femminile – spiega Aurelio Agnusdei, country manager di Grenke Italia – e, sempre nel segno dell’inclusione e della promozione di stili di vita sani abbiamo voluto raccogliere la proposta delle ragazze di affrontare questo binomio sport e diabete anche perché una loro compagna di squadra si confronta quotidianamente con questa tematica e in passato non sempre è stata aiutata”.
Il Trentino-Alto Adige (3,6%) e la Valle d’Aosta (4,7%) sono le regioni dove c’è la minore incidenza di persone con diabete ma anche le regioni con la più elevata percentuale di residenti che praticano attività sportive (Trentino AA 39,6%; Valle D’Aosta 34,4%). Al terzo posto c’è la Lombardia con un 5,2% di cittadini con diabete e quasi il 33% di persone che fanno sport. Il Molise (9,1%) e la Calabria (9%) sono, invece, le due regioni con il tasso maggiore di diabetici e la percentuale più bassa di gente che pratica una qualche attività sportiva (Molise 23,5%; Calabria 19,2%).
Non a caso sempre la Calabria è la regione con più residenti maggiorenni in sovrappeso: 38,7%. E considerando sempre il rapporto con la percentuale di diabetici anche Campania e Basilicata fanno registrare numeri preoccupanti: hanno rispettivamente il 38,7% e il 37,9% di persone in sovrappeso. Guardando all’obesità, invece, la situazione è più allarmante in Molise (14,9% obesi vs 9,1% diabetici), Basilicata (14,2% obesi vs 8% diabetici) e Puglia (15% obesi vs 7% diabetici). Trentino-Alto Adige e Valle D’Aosta si confermano quelle con il minor numero di obesi e residenti in sovrappeso e con il miglior rapporto rispetto alla percentuale di diabetici.
L’analisi di Grenke Italia rileva anche che a un maggior benessere economico corrisponde un’incidenza più bassa del diabete. Chi sta meglio economicamente ha uno stile di vita alimentare più sano. La Lombardia risulta essere la regione più virtuosa da questo punto di vista con reddito medio vicino ai 44 mila euro (43,8) e una percentuale di diabetici del 5,9%. La correlazione è virtuosa anche per Umbria (reddito medio annuo 44,1 mila euro vs 7,6% diabetici) ed Emilia-Romagna (reddito medio annuo 43,3 mila euro vs 5,8% diabetici). Per contro anche l’incrocio con il parametro della povertà conferma in Calabria una situazione più critica: la percentuale di famiglie relativamente povere è al 26,8% (la più alta d’Italia) e quella dei residenti con diabete al 9%, anche questa percentuale più alta del Paese. Il rapporto tra queste due variabili è sintomatico anche in Campania (21,2% di famiglie relativamente povere vs 6,8% persone con diabete) e Puglia (22,3% di famiglie relativamente povere vs 7% persone con diabete).
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