Con l’arrivo dell’estate, aumentano i momenti di libertà, le relazioni affettive, ma anche i rischi legati alla salute sessuale e riproduttiva. Lo racconta con Elio Lopresti, Tesoriere della Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica (FNOPO), che invita a superare i tabù, promuovere il dialogo e potenziare i servizi per adolescenti anche nei mesi più caldi.
“L’estate rappresenta un periodo di relax per tutti: genitori, docenti e nonni vanno in vacanza. Gli adolescenti, non più bambini, non necessitano di una sorveglianza intensiva, ma si pensa erroneamente che siano già responsabili e informati su tutto ciò che riguarda la sessualità – osserva Lopresti -. In realtà – prosegue – spesso non sanno a chi rivolgersi per avere informazioni corrette. Nelle famiglie, la sessualità è ancora un tabù, e anche gli insegnanti faticano ad affrontare l’argomento con la giusta disinvoltura. Il risultato? Ragazzi che credono di sapere tutto, magari perché hanno già avuto un primo rapporto, ma con una visione distorta del sesso e dell’amore, basata su ciò che racconta l’amico più fidato”.
Secondo Lopresti, “aspettare che siano gli adolescenti a venire in consultorio non è efficace: essendo minori, pensano di dover essere accompagnati da un adulto, e per vergogna o timore rinunciano, attingendo informazioni e supporto in internet. Arrivano in consultorio solo in situazioni di emergenza, come una gravidanza inaspettata. Nonostante tutte le fonti d’informazione disponibili, gli adolescenti conoscono poco i metodi contraccettivi. Spesso scelgono il coito interrotto perché gratuito, e usano la pillola del giorno dopo quando temono che il ‘metodo’ abbia fallito”, aggiunge.
Lopresti sottolinea come la mancanza di dialogo nelle famiglie possa avere conseguenze gravi: “Patologie come il vaginismo, o infezioni veneree trascurate, possono compromettere in modo irreparabile la salute riproduttiva. Il silenzio e l’imbarazzo di oggi diventano la sofferenza clinica di domani”.
Qual è allora il ruolo dell’ostetrica/o in tutto questo? “L’ostetrica/o è l’esperto nella promozione della salute sessuale e riproduttiva, in grado di affrontare senza tabù anche le domande più scabrose. Ma perché il dialogo con gli adolescenti sia davvero efficace, serve fiducia reciproca. Ed è proprio per questo che bisogna incontrare l’ostetrica/o non solo in situazioni critiche come una IVG (interruzione volontaria di gravidanza) ma durante tutto lo sviluppo, dalla fanciullezza all’età adulta. Solo così l’ostetrica/o può diventare un riferimento stabile, un porto sicuro a cui rivolgersi in ogni momento”.
Per Lopresti, “è fondamentale continuare a offrire spazi di ascolto e informazione anche nei mesi estivi, tramite sportelli giovani, materiale divulgativo accessibile e canali social gestiti da personale sanitario. Educare al consenso significa insegnare l’empatia e il rispetto dei propri limiti. L’ostetrica/o può farlo anche nei centri estivi o in contesti informali, se supportata da politiche sanitarie e scolastiche più orientate alla promozione della salute. Durante gli incontri di educazione sessuale, utilizziamo le ‘domande segrete’: fogli anonimi dove i ragazzi possono scrivere dubbi o riflessioni. Le domande più frequenti riguardano la pillola del giorno dopo, segno che è urgente lavorare sull’uso corretto della contraccezione fin dalla prima volta”, spiega il professionista sanitario.
“Durante l’estate aumenta la richiesta di pillola del giorno dopo, di IVG, e di consulenze per infezioni genitali. Complici l’uso di alcol e droghe, le relazioni occasionali e la scarsa protezione, molte adolescenti arrivano tardi ai consultori. registriamo un picco di richieste di IVG 15-20 giorni dopo Ferragosto e dopo Capodanno. La convinzione che ‘ci penso io’ possa sostituire una contraccezione efficace è ancora troppo diffusa – commenta ancora Lopresti -. I mesi estivi sono a rischio elevato, e lavorare solo in quel periodo è già troppo tardi. L’educazione alla contraccezione dovrebbe iniziare almeno due mesi prima dell’inizio dell’attività sessuale. È essenziale promuovere il doppio metodo: pillola + preservativo. Per garantire davvero accesso e continuità, si potrebbero attivare sportelli giovani con accesso diretto e anonimo, magari tramite un’app o un numero verde, senza passare per il CUP. Serve – conclude l’ostetricoi – una visione sistemica della promozione della salute: non un lusso stagionale, ma un pilastro dell’intervento sanitario”.
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