Salute 31 Luglio 2025 14:41

Emofilia con inibitori, marstacimab riduce i sanguinamenti nello studio BASIS

Lo studio ha dimostrato l'efficacia di marstacimab, anticorpo monoclonale sviluppato da Pfizer, nei pazienti con emofilia A o B con inibitori
Emofilia con inibitori, marstacimab riduce i sanguinamenti nello studio BASIS

Ottime notizie per i pazienti emofilici. Lo studio di Fase III BASIS, che valuta marstacimab (Hympavzi) negli adulti e adolescenti affetti da emofilia A o B con inibitori, ha raggiunto l’endpoint primario e gli endpoint secondari chiave relativi ai sanguinamenti.

Marstacimab – somministrato settimanalmente per via sottocutanea – ha migliorato gli esiti dei sanguinamenti rispetto al trattamento on-demand, in una popolazione di pazienti per la quale sono necessari approcci terapeutici meno gravosi. Gli inibitori, ovvero anticorpi che neutralizzano le terapie sostitutive del fattore carente rendendole inefficaci, possono svilupparsi nelle persone affette da emofilia. Gli inibitori possono essere diagnosticati tramite un esame del sangue.

Su oltre 800.000 persone nel mondo che vivono con emofilia A o B, circa il 20% dei pazienti con emofilia A e il 3% dei pazienti con emofilia B non possono continuare a ricevere terapie sostitutive del fattore carente perché sviluppano inibitori contro FVIII (Fattore VIII) e FIX (Fattore IX) della coagulazione, rendendo le stesse terapie inefficaci nel prevenire o arrestare gli episodi emorragici.

“I pazienti con inibitori tendono a presentare complicazioni frequenti, e orientarsi nel panorama terapeutico può introdurre complessità e aumentare il carico della malattia – osserva Davide Matino, ricercatore principale dello studio BASIS e Professore Associato di Medicina presso la McMaster University – La forte riduzione dei sanguinamenti osservata con marstacimab rispetto al trattamento on-demand nello studio di Fase 3 BASIS, unita alla modalità di somministrazione settimanale, offre un potenziale entusiasmante per questi pazienti che hanno un grande bisogno di opzioni terapeutiche.”

Lo studio ha dimostrato una riduzione statisticamente significativa e clinicamente rilevante del tasso annualizzato dei sanguinamenti (ABR). I pazienti trattati con marstacimab per 12 mesi hanno registrato un ABR di 1,39 rispetto al 19,78 del gruppo on-demand con agenti bypassanti, pari a una riduzione del 93%.

“Lo studio BASIS – continua Matino – ha dimostrato che il trattamento profilattico con marstacimab ha ottenuto una riduzione statisticamente significativa e clinicamente rilevante del tasso annualizzato dei sanguinamenti (ABR) trattati nelle persone affette da emofilia A o B grave con inibitori. 48 persone con emofilia sono state trattate con marstacimab per un periodo di 12 mesi, rispetto a un regime endovenoso on-demand con agenti bypassanti, somministrato come parte della cura abituale in un periodo iniziale osservazionale di sei mesi. Marstacimab si è dimostrato superiore al trattamento on-demand, con una riduzione del 93% dell’ABR in 12 mesi (ABR 1.39 vs ABR on-demand 19.78; p < 0,0001). La superiorità è stata inoltre dimostrata in tutti gli endpoint secondari legati ai sanguinamenti: sanguinamenti spontanei, sanguinamenti articolari, sanguinamenti in articolazioni bersaglio e sanguinamenti totali”.

Il farmaco è stato generalmente ben tollerato, senza decessi né eventi tromboembolici. Il profilo di sicurezza osservato nei pazienti con inibitori è risultato coerente con quello dei pazienti senza inibitori e con quanto emerso negli studi precedenti.

“Questi risultati incoraggianti dimostrano il potenziale di marstacimab nell’aiutare le persone affette da emofilia A o B con inibitori, rispondendo a un importante bisogno per i pazienti con anticorpi che neutralizzano la maggior parte delle opzioni profilattiche a base di fattori utilizzate per gestire i sanguinamenti”, aggiunge Michael Vincent, Chief Inflammation & Immunology Officer di Pfizer, “Marstacimab rappresenta il più recente contributo di Pfizer in oltre 40 anni di impegno per il progresso nella cura dell’emofilia, come opzione terapeutica generalmente ben tollerata che, se approvata per questa popolazione di pazienti, potrebbe offrire protezione dai sanguinamenti con una semplice somministrazione sottocutanea settimanale tramite penna preriempita”.

Le analisi complete dello studio sono ancora in corso e Pfizer prevede di discuterne i risultati con le autorità regolatorie in vista delle procedure di autorizzazione.

Meccanismo d’azione innovativo
Scoperto dai ricercatori Pfizer, marstacimab ha un meccanismo diverso rispetto ai trattamenti sostitutivi con FVIII e FIX. Il farmaco agisce bloccando l’inibitore della via del fattore tissutale (TFPI), una proteina che modula la coagulazione del sangue. Legandosi al dominio Kunitz 2 del TFPI, marstacimab mira a ripristinare l’equilibrio emostatico e prevenire gli episodi emorragici.

Attualmente il farmaco è approvato negli Stati Uniti e in Europa per il trattamento di pazienti con emofilia A o B senza inibitori. Pfizer sta inoltre studiando l’impiego di marstacimab in età pediatrica con lo studio BASIS KIDS.

 

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