Lavoro e Professioni 28 Aprile 2014 17:08

Direzione UOC: parte l’azione collettiva per far rispettare i diritti dei sostituti

Riconoscimento economico per chi vede prorogare oltre un anno il suo incarico
Direzione UOC: parte l’azione collettiva per far rispettare i diritti dei sostituti

In partenza la nuova azione collettiva promossa da Consulcesi riservata a tutti quei medici che hanno ricoperto l’incarico di sostituto responsabile di Unità Operativa Complessa per un tempo maggiore ai dodici mesi massimi previsti dalla legge.

Secondo quanto sancito dall’articolo 18 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di categoria (datato 8.6.2000), nel caso di conclusione del rapporto di lavoro con un direttore di UOC, l’incarico conferito a chi lo andrà a sostituire deve avere una durata proporzionata al tempo strettamente necessario ad espletare tutte le procedure previste dalla normativa vigente. Un periodo di tempo che, per l’appunto, dura sei mesi e può essere rinnovato una sola volta, per un totale di un anno.

Ad oggi, però, non sempre questo limite è rispettato. Sono tantissimi, infatti, gli incarichi di sostituto responsabile di UOC che vengono prolungati anche dopo i dodici mesi di durata – teoricamente – massima. Reiterare per anni un incarico di questo tipo significa non solo bloccare i concorsi previsti invece per legge, ma anche riservare al sostituto un trattamento economico differente. Si tratta quindi di una violazione della normativa, che diventerebbe ancora più grave nel caso in cui il Direttore sostituto risultasse definitivamente (e non solo temporaneamente) assente.

Nel caso in cui l’Azienda non dovesse avviare tutte le procedure necessarie per dar vita alla designazione di un nuovo direttore di UOC, il medico che ha ricoperto l’incarico di sostituto – anche dopo l’anno di durata previsto – ha il diritto di ricevere tutte le voci retributive che sono riservate a chi ricopre il ruolo di responsabile: si va dall’indennità di incarico di struttura complessa, alle differenze previdenziali tra l’una e l’altra posizione.

La soluzione per affrontare al meglio questa violazione delle regole può risiedere – come detto – nelle azioni collettive di risarcimento. L’Azienda in questione può essere portata in giudizio dinanzi al Giudice del Lavoro e il medico vedersi così riconosciuto quanto spetta lui di diritto. Particolare attenzione va però data al termine di prescrizione dei crediti retributivi rivendicati, che ha una durata di cinque anni.

Per ulteriori informazioni, un team di consulenti legali è disponibile gratuitamente al numero verde 800.122.777.

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Virus respiratorio sinciziale, ottobre è il mese per proteggere i neonati

Con l’arrivo dell’autunno prende il via la campagna di immunizzazione contro il virus respiratorio sinciziale (RSV), che colpisce soprattutto i bambini più piccoli. Il pediatra Mart...
Advocacy e Associazioni

Giornata nazionale delle persone con sindrome di Down: “Nessuna decisione senza di noi”

Il 12 ottobre CoorDown torna in 200 piazze italiane per chiedere più partecipazione e rappresentanza nei luoghi dove si decide la vita di tutte e di tutti. Al centro della campagna, il film &ld...
Advocacy e Associazioni

Legge 104 e caregiver: tutte le novità tra permessi, congedi e smart working

Le novità introdotte per i caregiver dalla legge 104 rappresentano un passo avanti importante, ma secondo l’avvocato Alessia Maria Gatto non sono ancora sufficienti per rispondere piename...
Sanità

Intelligenza artificiale, approvata la legge quadro. Per i medici resta un supporto, non un surrogato

La soddisfazione della Fnomceo: “È un buon giorno per medici e cittadini, l’atto medico resta prerogativa dei professionisti”
Nutri e Previeni

La dieta mediterranea bio è meglio, effetti su microbiota in sole 4 settimane

Uno studio guidato dall’Università di Roma Tor Vergata ha scoperto che quattro settimane di dieta mediterranea biologica sono sufficienti per modificare in modo misurabile la composizione...