Salute 8 Gennaio 2024 17:41

Davanti alla Tv fin da piccoli? Disinteresse e rapporto distorto con il mondo circostante tra i potenziali danni

Secondo i ricercatori del Drexel's College of Medicine, i bambini cresciuti davanti agli schermi ed esposti a una maggiore visione della Tv entro il loro secondo compleanno avevano maggiori probabilità di sviluppare questi comportamenti atipici di elaborazione sensoriale, come 'ricerca di sensazioni' ed 'evitamento di sensazioni'
Davanti alla Tv fin da piccoli? Disinteresse e rapporto distorto con il mondo circostante tra i potenziali danni

Disinteresse, rapporto distorto con il mondo circostante, disimpegno. Sono alcuni dei potenziali danni imputabili a ‘mamma tv’ quando le si ‘affidano’ i bambini troppo piccoli. L’ipotesi su cui un gruppo di ricercatori ha raccolto evidenze, è che i neonati e i bebè sotto i due anni esposti alla visione di video e programmi potrebbero avere maggiori probabilità di mostrare comportamenti sensoriali atipici, come la tendenza a cercare stimoli più intensi in un ambiente o l’essere sopraffatti da sensazioni come suoni forti o luci intense, o appunto essere disimpegnati e disinteressati alle attività. È questa la conclusione a cui approda uno studio condotto da esperti del Drexel’s College of Medicine, i cui risultati sono pubblicati sulla rivista ‘Jama Pediatrics‘.

Le conseguenze di guardare la tv da piccolissimi

Secondo i ricercatori, i bambini cresciuti davanti agli schermi ed esposti a una maggiore visione della tv entro il loro secondo compleanno avevano maggiori probabilità di sviluppare questi comportamenti atipici di elaborazione sensoriale, come ‘ricerca di sensazioni’ ed ‘evitamento di sensazioni‘. Nonché ‘bassa registrazione’, essendo meno sensibili o più lenti a rispondere agli stimoli, come ad esempio essere chiamati per nome, entro i 33 mesi. Il team di esperti ha estratto dal National Children’s Study i dati 2011-2014 relativi alla visione della Tv o di Dvd da parte di neonati e bambini piccoli a 12, 18 e 24 mesi.

Il campione di riferimento

Lo studio ha interessato 1.471 bambini (50% maschi) a livello nazionale. I risultati dell’elaborazione sensoriale sono stati valutati a 33 mesi utilizzando il profilo sensoriale del neonato/bambino (Itsp), un questionario completato da genitori/tutori, progettato per fornire informazioni su come i bambini elaborano ciò che vedono, sentono e odorano. I piccoli ottengono punteggi che li collocano nei gruppi ‘tipici’, ‘alti’ o ‘bassi’ in base alla frequenza con cui mostrano vari comportamenti legati ai sensi. Le capacità di elaborazione sensoriale riflettono proprio la capacità del corpo di rispondere in modo efficiente e appropriato alle informazioni e agli stimoli ricevuti dai suoi sistemi sensoriali, come ciò che il bambino sente, vede, tocca e gusta, spiegano gli autori.

Le conclusioni dei ricercatori

E i risultati dell’analisi condotta, così come illustrato dagli scienziati, suggeriscono che a 12 mesi qualsiasi esposizione allo schermo rispetto a nessuna visione della tv era associata a una probabilità maggiore del 105% di mostrare comportamenti sensoriali ‘alti’ (invece di comportamenti sensoriali ‘tipici’), legati poi a una bassa registrazione a 33 mesi. A 18 mesi, ogni ora aggiuntiva di tempo trascorso davanti allo schermo era associata a un aumento del 23% delle probabilità di mostrare comportamenti sensoriali ‘alti’ legati successivamente all’evitamento delle sensazioni e alla bassa registrazione. A 24 mesi, ogni ora aggiuntiva di tempo trascorso davanti alla Tv era associata a un aumento del 20% delle probabilità di ricerca di sensazioni ‘alte’, sensibilità sensoriale ed evitamento di sensazioni a 33 mesi.

Il legame con il disturbo da deficit di attenzione e iperattività

I nuovi dati, osservano gli esperti, si aggiungono a un elenco crescente di risultati preoccupanti relativi a salute e sviluppo dei bambini, legati al tempo trascorso davanti allo schermo da neonati e da piccoli: ritardo del linguaggio, disturbo dello spettro autistico, problemi comportamentali, difficoltà di sonno, problemi di attenzione e ritardi nella risoluzione dei problemi. “Questa associazione potrebbe avere importanti implicazioni per il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (Adhd) e l’autismo, poiché l’elaborazione sensoriale atipica è molto più diffusa in queste popolazioni – evidenzia l’autrice principale Karen Heffler, professore associato di Psichiatria al Drexel’s College of Medicine -. Considerando questo legame fra il tempo trascorso davanti allo schermo e un elenco crescente di problemi comportamentali e di sviluppo, potrebbe essere utile per i bambini che mostrano questi sintomi sottoporsi a un periodo di riduzione del tempo trascorso davanti allo schermo, insieme a pratiche di elaborazione sensoriale fornite da terapisti occupazionali”, aggiunge.

Educare i genitori all’uso appropriato dei dispositivi

L’American Academy of Pediatrics (Aap) scoraggia le famiglie dal far trascorrere ai bimbi sotto i 18-24 mesi del tempo davanti allo schermo. La chat video dal vivo sono ritenute ok per i potenziali benefici dall’interazione che avviene. Mentre in generale si raccomandano limiti temporali all’uso dei media digitali per i bambini dai due ai cinque anni, in genere non più di 1 ora al giorno. Nonostante le ‘spie rosse’ accese dalla ricerca, molti bambini guardano gli schermi sempre più spesso. Nel 2014 negli Usa gli under 2 trascorrevano in media tre ore e tre minuti al giorno alla Tv, rispetto a un’ora e 19 minuti al giorno del 1997. “La formazione e l’educazione dei genitori sono fondamentali per ridurre al minimo, o si spera anche evitare, il tempo trascorso davanti allo schermo nei bambini di età inferiore ai due anni”, conclude l’autore senior del lavoro, David Bennett, professore di Psichiatria al Drexel’s College of Medicine.

 

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