È partito dal Burkina Faso con un destino incerto e un carico troppo grande per i suoi pochi mesi di vita: un cuore malato e una grave malformazione al palato. È arrivato in Sicilia con la speranza che la medicina e la solidarietà potessero scrivere per lui una storia diversa. E così è stato. Grazie ad un progetto di cooperazione internazionale e alla rete di eccellenze pediatriche siciliane, questo bimbo di nove mesi è stato sottoposto a due complessi interventi, uno cardiochirurgico e l’altro maxillo-facciale. Un percorso che non solo gli ha salvato la vita, ma gli ha restituito la possibilità di crescere come un bambino qualsiasi.
Il piccolo era già seguito al Centro Cardiologico Pediatrico del Mediterraneo (CCPM) di Taormina, dove aveva affrontato un delicato intervento cardiochirurgico nell’ambito del progetto “Cuori ribelli”, promosso dall’associazione “Una voce per Padre Pio”. Per correggere la malformazione maxillo-facciale, è stato necessario un secondo intervento altrettanto complesso. L’équipe di Chirurgia maxillo-facciale dell’Ospedale San Marco di Catania, guidata da Alberto Bianchi, si è spostata a Taormina per eseguire una palatoplastica e una cheilorinoplastica, rese particolarmente delicate dalla condizione cardiaca del bambino. “È stato un esempio virtuoso di medicina integrata – sottolinea Bianchi –. La presenza della malformazione cardiaca ha reso la procedura estremamente complessa. Solo grazie alla collaborazione tra professionisti altamente specializzati provenienti da più strutture siamo riusciti a garantire la massima sicurezza al piccolo paziente”.
Il San Marco di Catania è uno degli otto centri multidisciplinari istituiti in Italia dalla Smile House Fondazione ETS per la diagnosi e la cura delle malformazioni cranio-maxillo-facciali. In questi centri, ogni paziente è seguito lungo l’intero percorso di vita, dalla diagnosi prenatale fino all’età adulta, con un approccio integrato che coinvolge chirurghi, logopedisti, ortodontisti, psicologi, otorini e altri professionisti. La rete ha funzionato anche in questo caso. Cardiochirurghi, chirurghi maxillo-facciali, anestesisti e personale infermieristico hanno lavorato insieme per garantire la riuscita dell’intervento. A sostegno della famiglia è intervenuta l’associazione “Una voce per Padre Pio”, che ha coperto i costi delle procedure chirurgiche, dei voli e dei visti.
Il decorso post-operatorio procede senza complicazioni e il piccolo paziente potrà presto tornare a casa. “L’intervento è perfettamente riuscito – spiega Sasha Agati, responsabile del CCPM –. Il bambino potrà condurre una vita normale. Questo risultato è frutto di un grande lavoro di squadra, che ha unito professionalità e generosità”. Oggi, la storia di questo bimbo del Burkina Faso rappresenta non solo una vicenda clinica di successo, ma anche un esempio concreto di come la collaborazione tra ospedali, associazioni e professionisti possa cambiare il destino di un paziente fragile.
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