Il virus della Chikungunya continua a circolare in Italia. Dal 1° gennaio al 16 settembre sono stati confermati 246 casi, di cui 205 a trasmissione locale e 41 legati a viaggi all’estero. Lo rileva l’ultimo bollettino del sistema di sorveglianza nazionale coordinato dall’Istituto superiore di sanità (Iss), che segnala un netto aumento rispetto ai dati di una settimana fa, quando i casi erano 208, di cui 167 autoctoni. Nessun decesso è stato finora registrato.
Secondo l’Iss, in Italia sono stati identificati 4 episodi di trasmissione locale in due regioni, Emilia-Romagna e Veneto: uno si è limitato a un caso sporadico, ormai chiuso, mentre altri tre hanno generato veri e propri focolai. L’Emilia-Romagna è la regione più colpita, con 163 casi autoctoni, seguita dal Veneto, che ne conta 42.
La Chikungunya è una malattia virale trasmessa dalle zanzare del genere Aedes, le stesse responsabili della diffusione di dengue e zika. Nella maggior parte dei casi provoca febbre alta, dolori articolari intensi, cefalea e rash cutanei, con sintomi che possono durare anche diverse settimane. Il monitoraggio dell’Iss conferma che l’Italia resta un Paese a rischio per la trasmissione locale, favorita dalla diffusione del vettore e dalle condizioni climatiche che ne sostengono la proliferazione.
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