Dal ballo alla chitarra, gli hobby creativi mantengono giovane il cervello. Lo rivela uno studio pubblicato su Nature Communications e guidato da Agustín Ibáñez, neuroscienziato presso l’Università di Santiago del Cile e il Trinity College di Dublino. “Dedicarsi ad attività creative aumenta le connessioni tra diverse aree del cervello”, afferma Ibáñez, con un effetto protettivo contro l’invecchiamento neuronale. La ricerca ha preso in considerazione danza (tango), musica, arti visive e videogiochi di strategia, confrontando partecipanti esperti con chi iniziava da zero. Anche chi ha praticato per brevi periodi ha mostrato un miglioramento nella salute cerebrale, misurata attraverso gli orologi cerebrali.
Gli esperti hanno sviluppato orologi cerebrali utilizzando dati M/EEG (Magnetoencefalografia-MEG e Elettroencefalografia-EEG, due tecniche complementari di neuroimaging funzionale che permettono di registrare l’attività elettrica e magnetica del cervello in tempo reale, ndr) di 1.240 partecipanti, applicando algoritmi di apprendimento automatico e macchine a vettori di supporto per stimare l’età cerebrale. La differenza tra età cerebrale stimata e reale, chiamata Brain Age Gap (BAG), consente di identificare invecchiamento accelerato o ritardato. Nei 232 partecipanti analizzati per livello di esperienza, il BAG negativo indicava un cervello più giovane rispetto all’età anagrafica. Più alto era il livello di competenza, maggiore era il ritardo dell’invecchiamento cerebrale.
I benefici risultano particolarmente evidenti nelle aree fronto-parietali, note per la loro vulnerabilità all’invecchiamento. Le esperienze creative aumentano la connettività e migliorano l’efficienza cerebrale locale e globale, favorendo la plasticità neuronale. Gli effetti positivi sono proporzionali al livello di esperienza: i ballerini di tango più esperti avevano cervelli fino a sette anni più giovani rispetto all’età anagrafica. Ma anche chi iniziava un’attività creativa da zero mostrava benefici misurabili, dimostrando che la creatività agisce come allenamento cerebrale, stimolando memoria, coordinazione, pianificazione e capacità adattiva. “La creatività emerge come un fattore determinante della salute cerebrale, paragonabile a esercizio fisico o alimentazione”, sottolinea Ibáñez.
I risultati indicano un legame indipendente dal dominio tra creatività e salute del cervello. Attività artistiche e ludiche possono diventare strumenti di prevenzione per il declino cognitivo, promuovendo plasticità e efficienza delle reti neuronali. Lo studio apre la strada a strategie di benessere cerebrale che integrino la creatività nella vita quotidiana. “Non occorre essere esperti per trarre beneficio dalla creatività. Anche brevi periodi di apprendimento stimolano il cervello”, conclude Carlos Coronel-Oliveros, primo autore dello studio.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato