Salute 27 Giugno 2025 15:51

Cervello, scrivere a mano (e in corsivo) lo allena

Premere sui tasti di un pc, invece, coinvolge solo le aree motorie deputate ai movimenti ripetitivi delle dita e all’elaborazione visiva
Cervello, scrivere a mano (e in corsivo) lo allena

Dismettere l’uso della scrittura a mano, a favore di un uso più diffuso del computer, anche nelle scuole, potrebbe compromettere lo sviluppo del cervello degli studenti. Scrivere, soprattutto in corsivo, rappresenta una palestra per la mente, capace di stimolare le aree cerebrali legate alla memoria, alla creatività e all’identità personale. A dimostrarlo è un recente studio del Dipartimento di Neuroscienze del Policlinico Universitario Gemelli, condotto in collaborazione con l’Osservatorio Carta, Penna & Digitale della Fondazione Luigi Einaudi e pubblicato sulla rivista scientifica “Life”.

Scrittura al pc VS a mano

La ricerca dimostra come scrivere a mano attivi il cervello in modo diverso, e più ricco, rispetto alla digitazione su tastiera. Se premere tasti coinvolge soprattutto le aree motorie deputate ai movimenti ripetitivi delle dita e all’elaborazione visiva, mettere penna su carta chiama in causa le regioni cerebrali responsabili della pianificazione motoria e quelle legate all’elaborazione visiva e linguistica, compresa l’area visiva della forma di parola e la corteccia motoria primaria. Chi scrive a mano (e in corsivo) migliorerà le capacità mnemoniche, avrà una maggiore capacità di apprendimento, un’articolazione più chiara del pensiero e  incrementerà la sua creatività. Ma non solo: scrivere a mano rafforza l’identità di chi scrive, promuove lo sviluppo dell’autocontrollo e stimola la connessione tra attività motorie e processi cognitivi.

Promuovere l’uso della scrittura a mano in corsivo

“Alla luce di queste prove – si legge nello studio – gli educatori e i decisori politici dovrebbero considerare la possibilità di dare priorità all’insegnamento della scrittura a mano nei programmi scolastici”.
“Il nostro – spiega Andrea Cangini, presidente della Fondazione Luigi Einaudi – è solo l’ultimo, in ordine cronologico, di numerosi studi scientifici che invitano a mantenere vive buone pratiche come la scrittura a mano in corsivo e la lettura su carta. Non si tratta di nostalgia, ma di neuroscienze. Nell’era del digitale – conclude -riscoprire la scrittura a mano, valorizzandola, è fondamentale per consegnare ai cittadini, giovani e meno giovani, una risorsa preziosa per sviluppare a pieno le loro facoltà cognitive”.

 

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