Crescono anche i danni economici e territoriali, con perdita di produttività, siccità e rischi per la sicurezza alimentare
 
                        Il cambiamento climatico non è più una minaccia futura, ma una realtà che colpisce ogni giorno la salute, l’economia e la qualità della vita degli italiani. Secondo il focus nazionale del Lancet Countdown on Health and Climate Change 2025, il nostro Paese è tra i più esposti in Europa all’aumento delle temperature e agli eventi meteorologici estremi. Nel 2024, ogni cittadino italiano è stato esposto in media a 46 giorni di ondate di calore, e il 72% di queste giornate, circa 33, non si sarebbero verificate senza il cambiamento climatico. Tra il 2012 e il 2021 le vittime annuali da caldo in Italia sono state circa 7.400, più del doppio rispetto alla media degli anni ’90. L’esposizione al calore ha avuto anche un pesante impatto economico: nel 2024 sono state perse 364 milioni di ore di lavoro, pari a 15 ore per persona e a un incremento del 181% rispetto al periodo 1990-1999. Il settore edile, per la natura dei lavori all’aperto, ha subito il 40% delle perdite complessive.
Inquinamento atmosferico: un rischio crescente
All’emergenza calore si aggiunge quella dello smog, aggravato dagli effetti del climate change. Tra il 2020 e il 2024, il fumo degli incendi boschivi ha causato in media 1.100 morti all’anno. Nel 2022 l’Italia ha registrato il tasso di mortalità più alto d’Europa per inquinamento da combustibili fossili liquidi e gassosi, con 41 decessi ogni 100mila abitanti. Quasi tutta la popolazione è stata esposta a livelli giornalieri di PM10 superiori ai limiti OMS, mentre le polveri sottili PM2.5 di origine antropica hanno causato oltre 63.700 decessi. Una parte significativa è attribuibile ai trasporti e all’uso domestico della biomassa. Gli esperti avvertono che il ritardo nella transizione verso energie pulite e rinnovabili costa vite umane e grava sull’economia nazionale.
Siccità e mari più caldi
La crisi climatica si manifesta anche con la siccità, che tra il 2020 e il 2024 ha interessato almeno un mese all’anno per il 60,9% del territorio italiano, in aumento rispetto al 13,1% registrato tra il 1951 e il 1960. Le acque costiere italiane sono oggi più calde di 1,42 °C rispetto alla media del periodo 1981-2010, con rischi concreti per la sicurezza alimentare e idrica.
Alimentazione e verde urbano: strumenti di prevenzione
Il rapporto evidenzia anche l’importanza di modificare i modelli alimentari: nel 2022 carne rossa e latticini rappresentavano ancora il 55% delle emissioni agricole italiane, sebbene in calo del 40% rispetto al 2000. Le scelte alimentari hanno un impatto diretto sulla salute: 71.173 decessi sono stati associati a un consumo insufficiente di alimenti vegetali, mentre 42.438 decessi a un eccesso di prodotti animali e lavorati. Anche il verde urbano rimane insufficiente. Cinque città su sei con più di 500mila abitanti presentano livelli molto bassi di vegetazione, con Milano in testa tra i centri più cementificati. Dal 2015 a oggi, il livello medio di verde urbano in Italia è rimasto invariato.
Un’emergenza sanitaria e sociale
Il quadro tracciato dal Lancet Countdown 2025 mostra come ondate di calore, smog, perdita di produttività, siccità e impatti sulla nutrizione siano fenomeni interconnessi, elementi di un’unica emergenza che intreccia ambiente, salute ed economia. Gli esperti lanciano un messaggio chiaro: accelerare la transizione energetica, promuovere città più verdi, sostenere diete equilibrate e strategie di prevenzione non è solo un imperativo ambientale, ma una priorità di salute pubblica.
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