Salute 13 Luglio 2023 10:25

Aviaria, Oms: «Nuova ondata contagi potrebbe infettare gli umani più facilmente»

Aviaria, Oms: «Nuova ondata contagi potrebbe infettare gli umani più facilmente»

L’Organizzazione mondiale della sanita’ ha avvertito che l’aumento dei focolai di influenza aviaria tra i mammiferi potrebbe favorire la diffusione del virus tra gli esseri umani. Dalla fine del 2021, l’Europa e’ stata colpita dalla peggiore epidemia di influenza aviaria, mentre anche il Nord e il Sud America hanno registrato gravi epidemie.

Cio’ ha portato all’abbattimento di decine di milioni di capi di pollame (biologicamente piu’ vicini agli esseri umani rispetto agli uccelli) in tutto il mondo, molti con il ceppo H5N1 del virus, emerso per la prima volta nel 1996. L’Oms ora solleva, in una nota, la preoccupazione che il virus possa mutare e infettare gli esseri umani piu’ facilmente. “Alcuni mammiferi – afferma – possono far mutare il virus dell’influenza, portando all’emergere di nuovi virus che potrebbero essere piu’ dannosi per gli animali e per l’uomo”. Gli attuali focolai di influenza aviaria hanno causato “devastazione” negli animali, ha affermato l’agenzia sanitaria delle Nazioni Unite, compresi pollame e uccelli selvatici, insieme ad alcuni mammiferi, influendo negativamente sui mezzi di sussistenza degli agricoltori e il commercio alimentare.

“Sebbene colpiscano in gran parte gli animali, questi focolai rappresentano rischi continui per l’uomo”, ha affermato. L’Oms, insieme all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) e l’Organizzazione mondiale per la salute animale (Woah), ha esortato i Paesi a collaborare per proteggere persone e animali. “L’epidemiologia dell’influenza aviaria che ha accresciuto la preoccupazione globale poiche’ la malattia si e’ diffusa in nuove regioni geografiche e ha causato insolite morie di uccelli selvatici e un allarmante aumento dei casi di mammiferi”, ha affermato il capo scientifico di Woah Gregorio Torres. I casi umani di influenza aviaria sono generalmente il risultato di un’esposizione diretta o indiretta a pollame vivo o morto infetto o ad ambienti contaminati.

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