Salute 3 Ottobre 2025 11:36

Asma e allergie sono “scritte” nel microbiota in primi 2 anni di vita, anche se insorgono da adulti

E’ il microbiota intestinale dei primi 1000 giorni dal concepimento, a decidere per tutta la vita il destino dello sviluppo delle malattie allergiche. Questa, la scoperta a cui è dedicata, oggi, l’apertura del 37esimo congresso della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica
Asma e allergie sono “scritte” nel microbiota in primi 2 anni di vita, anche se insorgono da adulti

E’ il microbiota intestinale dei primi 1000 giorni dal concepimento, a decidere per tutta la vita il destino dello sviluppo delle malattie allergiche. E’ questa la scoperta a cui è dedicata, oggi, l’apertura del 37esimo congresso nazionale della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC), in corso a Milano fino al 5 ottobre, in collaborazione con la World Allergy Organization (WAO). Due recenti studi pubblicati su Annals of Allergy, Asthma & Immunology e Gut Microbes evidenziano come anomalie nella funzione del microbiota durante i primi anni di vita, sono associate al rischio futuro di sviluppare asma o allergie anche da adulti o anziani. I risultati aprono la strada a nuove prospettive di prevenzione e cura basate su dieta, probiotici e prebiotici, già nei primi mesi di vita o, addirittura, prima ancora della nascita.

Il microbiota intestinale cambia l’espressione dei geni

“Fino a pochi anni fa – spiega Vincenzo Patella, presidente della SIAAIC e direttore UOC Medicina Interna dell’Azienda Sanitaria di Salerno – eravamo convinti che il nostro destino da allergici dipendesse esclusivamente dalla genetica. Ma non è solo colpa del nostro bagaglio genetico, se nasciamo predisposti o meno, a sviluppare allergie come ad esempio, asma, allergie alimentari, dermatite atopica, che colpiscono non solo fin da bambini, ma che possono comparire per la prima volta da adulti, o addirittura da anziani. L’elemento chiave che entra in gioco è il microbiota intestinale, un ecosistema di miliardi di microrganismi che detta il nostro destino clinico decidendo se e quando, cambia l’espressione dei geni che predispongono a malattie come quelle allergiche”.

I primi 1000 giorni di vita dettano la suscettibilità alle malattie allergiche

“Il microbiota – afferma Alessio Fasano, pediatra e gastroenterologo del Massachusetts General Hospital di Boston, professore di Pediatria alla Harvard Medical School – è come un pianista che suona il nostro spartito genetico: se è in equilibrio con il suo ospite, la melodia è armoniosa e il corpo funziona bene, ma se è disturbato da fattori esterni non previsti dalla nostra evoluzione, come il ricorso sempre più diffuso al parto cesareo, l’esposizione eccessiva ad antibiotici, un’alimentazione inappropriata, inquinamento, o stress, la melodia diventa suono stridente, aumentando il rischio di sviluppare allergie. In quest’ottica, i primi 1000 giorni di vita dettano la suscettibilità a essere resilienti a possibili cambiamenti del microbioma che possono scatenare allergie durante tutto l’arco della nostra vita. Più, in questo periodo, il microbiota è in sintonia con l’ospite, meno alto è il rischio futuro di sviluppare asma e allergie alimentari e iniziare quella “marcia allergica” che da predisposizione genetica passa a malattia conclamata”.

Individuati batteri associati a un maggior rischio di allergie alimentari

Gli studi hanno analizzato la letteratura scientifica prendendo in considerazione ricerche ed evidenze sul ruolo del microbiota in gravidanza e nell’infanzia e su come le prime fasi della vita siano fondamentali per “educare” le cellule immunitarie a distinguere tra sostanze innocue e potenziali pericoli. In particolare, lo studio su Gut Microbes, coordinato da Fasano, mostra come alcune specie batteriche svolgano un ruolo cruciale nello sviluppo della tolleranza immunitaria nei primi 1000 giorni di vita. “Nello specifico, la ridotta presenza di Bifidobacterium e di determinati ceppi di Clostridia è stata associata – sottolinea Fasano – a un rischio maggiore di allergie alimentari e malattie atopiche. Questi microrganismi, infatti, producono acidi grassi a catena corta, fondamentali per rafforzare la barriera intestinale e promuovere la maturazione delle cellule T regolatorie (Treg), che prevengono le reazioni immunitarie inappropriate agli alimenti. Al contrario, nei bambini con allergie si osserva spesso un microbioma caratterizzato da scarsa diversità e da una maggiore abbondanza di Enterobacteriaceae, condizione che favorisce infiammazione e perdita di tolleranza”.

Le allergie non hanno età

“Negli ultimi decenni – osserva Patella – le allergie hanno assunto le caratteristiche di una vera e propria epidemia globale. L’incidenza di malattie come rinite, asma, dermatite atopica e allergie alimentari è in costante aumento, in ogni fascia di età, soprattutto nei paesi industrializzati. Oggi si stima che oltre un terzo della popolazione mondiale soffra di una forma allergica, con una crescita marcata soprattutto tra i bambini. Nel nostro paese, l’asma colpisce il 10% degli under 18, le allergie alimentari interessano tra il 6-8% dei più piccoli e il 10% soffre di allergie cutanee. Per quanto riguarda gli adulti, il 5% della popolazione soffre di asma, il 3% di allergie alimentari, il 10% di allergie cutanee e il 15-20% di rinite allergica. A questi vanno aggiunti tutti pazienti che soffrono di reazioni allergiche ai farmaci che rappresentano circa il 10% di tutte le reazioni avverse ai farmaci segnalate in Italia, mentre le reazioni al veleno di imenotteri, api, vespe, calabroni, si attestano attorno al 3%”.

Rischio maggiore per gli anziani

“Circa il 30% della popolazione – sottolinea Patella – può soffrire di più malattie allergiche. Questa condizione aumenta significativamente la gravità dei sintomi, rendendoli più persistenti e difficili da gestire. Di conseguenza, le terapie diventano più complesse, spesso richiedendo trattamenti combinati e prolungati nel tempo, con un impatto rilevante sulla qualità della vita e sulla sostenibilità del sistema sanitario”. Le persone anziane sono esposte a un rischio maggiore di sviluppare allergie che, non solo possono peggiorare, ma anche comparire per la prima volta in tarda età. “Con l’avanzare degli anni, infatti, il sistema immunitario va incontro a modificazioni come l’immunosenescenza che può accentuare una risposta sbilanciata verso gli allergeni”, osserva il presidente della SIAAIC. “Pertanto, se si parte già ‘svantaggiati’, con una disbiosi del microbiota dei primi anni di vita, l’invecchiamento non farà altro che aumentare il rischio di sviluppare fenomeni allergici anche in età avanzata”, aggiunge.

Nuove strategie innovative per favorire l’equilibrio del microbiota intestinale

“La flora batterica negli anziani tende a diventare meno diversificata, con riduzione di specie benefiche, come appunto il Bifidobacterium, e aumento di batteri proinfiammatori“, sottolinea Patella. “Il risultato è una diminuzione della capacità del microbiota di favorire la tolleranza immunologica e maggiore predisposizione alle allergie”, aggiunge. L’aumento costante delle malattie allergiche rappresenta quindi oggi una sfida di salute pubblica globale. Comprendere a fondo i meccanismi con cui il microbiota influisce sulla risposta immunitaria è quindi prioritario. “L’obiettivo è identificare strategie innovative, basate su dieta, probiotici, prebiotici o interventi mirati nei primi mesi di vita o addirittura, prima ancora della nascita, che possano favorire l’equilibrio microbico e rafforzare la tolleranza immunologica”, dice Patella. “In questo modo sarà possibile arginare l’epidemia di allergie e migliorare la qualità della vita di milioni di persone, aprendo la strada a nuove prospettive di prevenzione e cura”, conclude.

 

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