Nutri e Previeni 8 Novembre 2023 15:52

Artrite reumatoide: i benefici di una dieta privativa

Artrite reumatoide: i benefici di una dieta privativa

Una dieta restrittiva potrebbe contribuire a un miglior controllo dell’infiammazione nei pazienti affetti da artrite reumatoide (AR). Questo è quanto emerge da uno studio pubblicato nel 2021 su Nutrients, condotto da un gruppo di ricercatori italiani dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara.

Nel corso della ricerca, i ricercatori hanno esaminato gli effetti di una dieta protratta per tre mesi, che escludeva carne, glutine e lattosio (insieme a tutti i prodotti lattiero-caseari), denominata “dieta privativa”, e l’hanno confrontata con una dieta bilanciata di controllo che includeva questi alimenti. Lo studio ha coinvolto quaranta pazienti affetti da AR, tutti affetti da sovrappeso o obesità, assegnati casualmente a uno dei due regimi alimentari. I risultati hanno rivelato che i pazienti assegnati alla dieta restrittiva hanno sperimentato una significativa riduzione nella Scala Analoga Visiva (VAS) e un miglioramento generale della salute fisica e mentale, valutato tramite il questionario sulla salute a breve termine (SF-36).

Entrambe le diete hanno portato a un miglioramento nella qualità della vita rispetto ai valori iniziali, ma l’effetto è risultato significativo solo per la dieta restrittiva. Inoltre, entrambe le diete hanno portato a una significativa riduzione del peso corporeo e dell’indice di massa corporea, con una diminuzione della circonferenza vita e fianchi e livelli più bassi di glucosio basale e leptina circolante. La dieta restrittiva è stata in grado di ridurre in modo significativo la pressione arteriosa sistolica (p = 0,003) e diastolica (p = 0,025). Inoltre, il numero di leucociti circolanti e neutrofili, insieme ai livelli di proteina C-reattiva ad alta sensibilità (hs-CRP), è diminuito anche dopo tre mesi di dieta priva di carne, lattosio e glutine. In conclusione, i risultati suggeriscono che una dieta restrittiva potrebbe contribuire a un migliore controllo dell’infiammazione nei pazienti affetti da AR che seguono un trattamento farmacologico ottimizzato e stabile.

Nutrients13(10), 3535. https://doi.org/10.3390/nu13103535

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