Nutri e Previeni 11 Marzo 2025 10:05

Anoressia, per la cura proteine cruciali quanto le calorie

La ricerca indica “che non esiste una strategia nutrizionale unica e statica, ma che il percorso deve essere adattato progressivamente", sottolineando "l’importanza di strategie nutrizionali flessibili e adattive"
Anoressia, per la cura proteine cruciali quanto le calorie

Non solo la conta delle calorie, ma anche la composizione dei nutrienti, per esempio della quantità e tipologia delle proteine assunte, sono gli ingredienti necessari affinché un percorso di riabilitazione nutrizionale sia efficace nel contrastare l’anoressia. In altre parole, anche per il trattamento dei disturbi della nutrizione e del comportamento alimentare la parola chiave è ‘personalizzazione’. Questo approccio, non semplicemente finalizzato all’immediata ripresa del peso, garantisce un recupero non solo migliore, ma anche duraturo. Ad esserne conviti sono gli autori di uno studio condotto dal Centro per la cura dei disturbi alimentari di Villa Miralago di Varese e dall’Università di Milano, pubblicato sulla rivista Nutrients.

Calorie e proteine rispondono a bisogni diversi

La ricerca ha scoperto che apporto calorico e proteico rispondono a bisogni diversi nel recupero. “L’apporto calorico ha influenzato prevalentemente il recupero precoce della massa grassa, mentre l’assunzione proteica è risultata cruciale per preservare la massa magra e favorire la rigenerazione cellulare”, illustra Ileana Terruzzi, professore associato in scienza dell’alimentazione dell’Università degli Studi di Milano. “L’anoressia nervosa è un grave disturbo psichiatrico caratterizzato da profondi deficit nutrizionali e alterazioni significative nella composizione corporea, nell’integrità cellulare e nell’idratazione”, spiega la prima firmataria dello studio Eugenia Dozio, responsabile nutrizione di Villa Miralago. In Italia si stima colpisca tra lo 0,2 e lo 0,8 per cento della popolazione, con una netta prevalenza tra le donne.

L’anoressia

Si definisce anoressica una persona che “riducendo o interrompendo la propria consueta alimentazione, scende sotto l’85% del peso normale per la propria età, sesso e altezza”, spiegano gli esperti dell’Istituto superiore di sanità in una pagina web dedicata. La diagnosi dell’anoressia non è sempre semplice e immediata: “Nei bambini è più comune che si manifesti attraverso altri sintomi, come la nausea e il sentimento di non fame. Nelle ragazze, invece, uno dei sintomi più classici è l’interruzione del ciclo mestruale per almeno tre mesi successivi, sintomo che però non si applica a giovani adolescenti che ancora non abbiano avuto il menarca o, al contrario, alle ragazze che prendono la pillola anticoncezionale”, aggiungono gli specialisti dell’Iss. L’anoressia può manifestarsi sia attraverso delle restrizioni, determinate dalla riduzione costante della quantità di alimenti ingeriti, oppure con abbuffate e successiva eliminazione, ovvero alimentazione compulsiva seguita da vomito autoindotto, uso inappropriato di pillole lassative e diuretiche, iper-attività fisica per perdere peso.

Metodo di studio e conclusioni

Lo studio ha coinvolto 79 pazienti con diagnosi di anoressia nervosa, ricoverati per un periodo di almeno sei mesi presso Villa Miralago. Ci siamo concentrati “sull’analisi dell’interazione tra apporto calorico e proteico nel tempo, con l’obiettivo di identificare marcatori predittivi di un recupero ottimale e guidare interventi nutrizionali su misura”, continua  Dozio. La ricerca indica “che non esiste una strategia nutrizionale unica e statica, ma che il percorso deve essere adattato progressivamente – aggiunge Terruzzi -. Questo studio sottolinea l’importanza di strategie nutrizionali flessibili e adattive, in grado di rispondere alle esigenze specifiche di ogni paziente nelle diverse fasi del recupero”, conclude.

 

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