Salute 2 Settembre 2025 09:33

Alzheimer, un elettroencefalogramma di tre minuti può rilevare precocemente i problemi di memoria

Lo studio, pubblicato su Brain Communications, apre nuove prospettive per la diagnosi precoce e l’accesso ai trattamenti innovativi
Alzheimer, un elettroencefalogramma di tre minuti può rilevare precocemente i problemi di memoria

Un test delle onde cerebrali di soli tre minuti potrebbe rivoluzionare lo screening dell’Alzheimer. Si chiama Fastball ed è una forma innovativa di elettroencefalogramma (EEG) che registra l’attività elettrica del cervello mentre i partecipanti osservano rapidamente una sequenza di immagini. Non servono risposte, né spiegazioni: il test si limita a catturare le reazioni automatiche della memoria visiva, misurando la capacità del cervello di distinguere tra figure già viste e nuove.

Lo studio su oltre cento persone

Lo studio, pubblicato su Brain Communications, ha coinvolto 54 adulti sani e 53 pazienti con decadimento cognitivo lieve (MCI), una condizione caratterizzata da disturbi di memoria, linguaggio o pensiero che però non compromettono ancora le attività quotidiane. Tra questi, i pazienti con MCI amnesico hanno mostrato risposte Fastball significativamente ridotte rispetto ai controlli e a coloro con MCI non amnesico. È un dato importante, perché chi presenta questa forma ha molte più probabilità di sviluppare Alzheimer. Per valutare l’affidabilità del metodo, i partecipanti sono stati seguiti per un anno: i risultati hanno confermato la stabilità del test nei soggetti sani e suggerito che punteggi più bassi possano anticipare la conversione verso la demenza.

Le parole dei ricercatori

“La nostra nuova misura passiva della memoria, che abbiamo costruito appositamente per la diagnosi dell’Alzheimer, può essere sensibile a quegli individui ad alto rischio ma che non sono ancora stati diagnosticati”, spiega George Stothart, neuroscienziato cognitivo dell’Università di Bath. Lo studio è stato condotto insieme all’Università di Bristol e reso possibile anche grazie alla collaborazione dei volontari, testati direttamente nelle loro abitazioni per ridurre ansia e difficoltà logistiche.

Perché è un passo avanti

Secondo gli autori, Fastball è un biomarcatore funzionale promettente: è veloce, non invasivo, economico e basato su tecnologie EEG facilmente scalabili. Non è ancora in grado di stabilire con certezza chi svilupperà Alzheimer, ma potrebbe presto aiutare i medici a selezionare i pazienti a maggior rischio, proprio quelli che trarrebbero più beneficio dai nuovi farmaci anti-Alzheimer come donanemab e lecanemab. “È incoraggiante vedere studi che esplorano potenziali modi per rilevare i problemi di memoria in anticipo – commenta Julia Dudley, di Alzheimer’s Research UK -. I nuovi trattamenti si stanno dimostrando più efficaci se somministrati nelle fasi iniziali della malattia. Una diagnosi precoce è quindi fondamentale”.

Le prossime sfide

Gli esperti concordano: per trasformare Fastball in un test clinico serviranno studi più ampi e di lunga durata, condotti su popolazioni diversificate. Sarà essenziale capire se le alterazioni rilevate sono davvero predittive del decorso della malattia e come integrare questo strumento con altri metodi, come i test cognitivi classici o i biomarcatori ematici. Intanto, la prospettiva che un esame così semplice possa contribuire a identificare precocemente i pazienti a rischio rappresenta un segnale forte: la diagnosi di Alzheimer potrebbe diventare più accessibile, rapida e meno invasiva.

 

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