In Italia, come nel resto del mondo, l’Alzheimer è una delle malattie neurodegenerative più diffuse, con un’incidenza maggiore tra le donne. Un recente studio condotto dal King’s College e dalla Queen Mary University di Londra ha analizzato i livelli di omega-3 nel sangue di 841 persone, tra cui pazienti con Alzheimer, con lieve deterioramento cognitivo e soggetti sani. I risultati hanno rivelato che le donne con Alzheimer presentano in media il 20% in meno di omega-3 rispetto alle donne sane, mentre questa differenza non è stata osservata negli uomini. Questi dati suggeriscono che la carenza di omega-3 potrebbe essere un fattore di rischio specifico per le donne, aprendo nuove prospettive per la prevenzione e la gestione della malattia.
Se confermato da studi clinici, un aumento dell’assunzione di omega-3 attraverso la dieta o integratori potrebbe rappresentare una strategia semplice e a basso costo per supportare la salute cerebrale, soprattutto nelle donne. Le fonti alimentari di omega-3 includono pesce grasso come salmone, sgombro e sardine, noci, semi di lino e chia. Inoltre, gli integratori di omega-3 sono facilmente reperibili in farmacia e supermercato.
Cristina Legido-Quigley, autrice principale dello studio, ha sottolineato l’importanza di garantire un adeguato apporto di omega-3, soprattutto nelle donne, per sostenere la salute cerebrale. Tuttavia, ha evidenziato che sono necessari ulteriori studi clinici per confermare se l’assunzione di omega-3 possa effettivamente influenzare l’insorgenza o la progressione dell’Alzheimer. Julia Dudley, responsabile della ricerca presso Alzheimer’s Research UK, ha aggiunto che comprendere come la malattia si manifesta in modo diverso tra uomini e donne è fondamentale per sviluppare strategie di prevenzione e trattamento più mirate.
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