Salute 18 Luglio 2024 16:26

Allo studio un nuovo trattamento per la cura dei tumori resistenti alla radioterapia

Un trattamento anticancro di medicina nucleare per pazienti che non rispondono efficacemente ad altre cure, come ad esempio la radioterapia. È quanto si propone di sviluppare il progetto di ricerca AlphaMet, finanziato dall’Associazione Europea degli istituti nazionali di metrologia EURAMET
Allo studio un nuovo trattamento per la cura dei tumori resistenti alla radioterapia

Un trattamento anticancro di medicina nucleare per pazienti che non rispondono efficacemente ad altre cure, come ad esempio la radioterapia. È quanto si propone di sviluppare il progetto di ricerca AlphaMet, finanziato dall’Associazione Europea degli istituti nazionali di metrologia EURAMET, un network di 17 partner europei, tra cui ENEA con l’Istituto nazionale di metrologia delle radiazioni ionizzanti (INMRI) che collaborerà con i principali omologhi europei, quali CEA, CIEMAT, CMI, NPL e POLATOM. “Il metodo messo a punto si chiama Target Alpha Therapy (TAT) e si sta rivelando di estremo interesse nella cura di pazienti che non rispondono in modo positivo alla radioterapia con fasci esterni o con radionuclidi beta emettitori”, spiega Marco Capogni, ricercatore dell’INMRI e responsabile ENEA del progetto.

Nuovi standard di riferimento per i radionuclidi

I radionuclidi impiegati in medicina nucleare per diagnosi e terapia richiedono un’accurata quantificazione della dose impartita al paziente, rendendo necessario il supporto della metrologia delle radiazioni ionizzanti per fornire opportuni riferimenti nel settore delle misure. Il progetto è strutturato in quattro work package tecnici, uno sull’impatto dei risultati raggiunti e l’ultimo di coordinamento e gestione del progetto stesso. Nel dettaglio, ENEA-INMRI – che ha sede presso il Centro Ricerche Casaccia (Roma) – si occuperà dello sviluppo di nuovi standard di riferimento per la misura accurata dell’attività di alfa emettitori.

Fornire al paziente una dose accurata per il trattamento

“Tali radionuclidi – dice Capogni – emettono particelle alfa di elevata energia, con alto potere ionizzante e ridotto raggio di penetrazione e per questo possono essere impiegati sotto forma di farmaci caratterizzati da un elevato grado di distruzione delle sole cellule tumorali che si trovano nelle immediate vicinanze del bersaglio, con riduzione di effetti collaterali della dose impartita”. Particolare interesse in questa attività riveste la caratterizzazione metrologica di sorgenti di Ac-225, un alfa emettitore emergente nel settore della TAT. “Grazie al nuovo standard si potranno fare deduzioni sull’uso medico di questo radionuclide in termini di quantificazione, per fornire al paziente una dosa accurata nel trattamento del tumore”, conclude Capogni.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Sanità

Legge Caregiver, Locatelli: “Chi ama e cura non vuole essere sostituito, ma accompagnato”

Dopo oltre 15 anni di attesa, arriva il disegno di legge che riconosce tutele, diritti e dignità a chi si prende cura ogni giorno di una persona non autosufficiente. La ministra Locatelli a San...
di Isabella Faggiano
Salute

“Ogni ora di schermo è un rischio”: la SIP aggiorna le linee guida sui bambini digitali

Troppi device, troppo presto. I pediatri: “Lo smartphone? Non prima dei 13 anni”
di I.F.
Salute

L’uso prolungato di melatonina può far male al cuore

L'uso prolungato di integratori a base di melatonina  potrebbe comportare un rischio più elevato di diagnosi di insufficienza cardiaca, ricovero ospedaliero connesso e morte per qualsiasi ...
di Valentina Arcovio